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La Puglia gay friendly

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2011 21:18
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Sesso: Maschile
24/03/2011 21:18

ALBERGHI (ANCHE) PER I GAY. LA PUGLIA DIVENTA FRIENDLY

Lecce - Una prima precisazione, per cominciare: «friendly» non significa gay. una seconda, per sfatare un mito: la Puglia è sì una meta apprezzata dai turisti omosessuali, ma, per ora, attratti soprattutto dalle discoteche salentine, mecca degli aficionados dell' «acchiappo» . La Puglia ha, invece, ancora molto da imparare per far sentire accolti tutti quelli che sfuggono alla classificazione canonica. Coppie gay, certo, ma anche espressioni di altre minoranze o turisti che cercano un'ospitalità un po' speciale. Ce n'è bisogno nella Puglia di Nichi Vendola, set naturale di film «omoempatici» , come Mine vaganti di Ferzan Ozpetek.

Francesca Vitucci, una delle cinque donne che si propone di cambiare le cose, risponde con una domanda. «Quanto discriminante per un uomo arrivare in albergo con il proprio compagno e trovarsi automaticamente assegnati due letti singoli?» . E' partendo da questa osservazione della realtà che Vitucci e quattro amiche, responsabili di altrettante strutture ricettive, tra locali e masserie, hanno realizzato un portale turistico dedicato al «turismo friendly» in Puglia. Perché la Puglia sia accogliente davvero. Certo. Ma anche perché quel 7 per cento del fatturato complessivo costituito dal segmento del turismo omosessuale in Italia, fa gola.

A promuovere il portale Partifriendly sono Tommy Ditano, socia della Taverna del Maltese (uno dei locali friendly, cioè dichiaratamente alieno alle discriminazioni di Bari), Titti De Simone, ex parlamentare e fondatrice di Arcilesbica, Pina Cotroneo, che si occupa della masseria Santanna a Monopoli, Elena Violante, che ha cura di una casa vacanze Triggianello, e Vitucci, che gestisce un'altra casa vacanze, Dimora il Palmento, a Ostuni. Tutte donne. Riunitesi in un'associazione per raccogliere una sfida. «In Puglia, terra di naturale contaminazione e di apertura alle differenze, manca un efficace collegamento tra chi offre e chi cerca -spiega De Simone -noi ci proponiamo di innescare questo circuito virtuoso. Per i gay, certo, ma non soltanto per loro. Penso alle donne sole: una categoria di viaggiatrici sempre più numerose, portatrici di esigenze particolari e che, in Puglia, non sanno a chi rivolgersi per trovare quello che cercano» .

Il portale «Partifriendly» , on line da aprile, funzionerà così. «Elencherà i locali, ristoranti, stabilimenti, alberghi, "friendly"-spiega Vitucci -i cui proprietari e gestori si siano impegnati a garantire ospitalità, cordialità, qualità a tutti i clienti indipendentemente dalla loro appartenenza una minoranza. Ma non si limiterà a questo: organizzeremo eventi e ci proponiamo di contribuire a formare il personale di quelle strutture» . Ma formare a cosa? Ancora una volta: ce n'è bisogno? «A evitare il sorrisino, il darsi di gomito, e a dare informazioni senza cadere in atteggiamenti discriminanti. Ce n'è bisogno sì» , conclude Vitucci.

Quello di Partifriendly è un servizio che punta a intercettare, più in generale, chi fa turismo etico. Per questo le strutture che aderiranno potranno offrire anche altre specifiche attenzioni: ecologica e alimentare, per esempio. «Siamo in ritardo -sostiene De Simone - in tutta Europa le agenzie del turismo dedicano particolare attenzione al "friendly". Anche quando si parla di destagionalizzare, come non partire da una differenziazione dell'offerta? Non viaggiano soltanto le famiglie» . Il progetto ha il patrocinio dell'assessorato al Turismo della Regione. E le promotrici non hanno dubbi che funzionerà. «Quando ho illustrato l'idea al forum del turismo, a Bari, nel 2009 -prosegue De Simone -molti operatori si sono avvicinati e mi hanno chiesto come partecipare. In Toscana un progetto simile ha avuto il contributo da parte delle istituzioni. L'attenzione dimostra che la direzione è quella giusta. Tanto più per l'accogliente Puglia».

(da GAYNEWS.IT )
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