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Il rapporto non sempre facile tra emozioni e sessualità nel maschio

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2011 21:24
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Città: MILANO
Età: 49
Sesso: Maschile
24/02/2011 21:24

Emozioni e sessualità maschile: quando gli affetti negativi prendono il sopravvento

Nel corso degli ultimi anni, molte ricerche scientifiche hanno sottolineato il ruolo che l’ansia e la depressione giocano nello sviluppo e nel mantenimento delle disfunzioni sessuali maschili, mentre sono pochi gli studi sull’influenza che stati affettivi più tipici e normali possono avere su tali condizioni cliniche.

I pochi dati a disposizione indicano che un uomo con difficoltà sessuali non solo tende a riportare sentimenti più negativi associati alle stimolazioni erotiche, quali fastidio, dolore e imbarazzo, ma approccia già in partenza la sessualità con una disposizione d’animo più pessimista, forse a causa di un forte senso d’inadeguatezza derivato da precedenti fallimenti.

Una recente ricerca pubblicata sul Journal of Sexual Medicine, volta ad indagare le differenti risposte affettive degli uomini con e senza disfunzioni sessuali, fornisce un’ulteriore riprova dell’onere emotivo che grava su questi pazienti. L’aspetto innovativo di questo studio rispetto alle pubblicazioni precedenti, che indagavano tali elementi nelle condizioni asettiche di un laboratorio di psicofisiologia, è quello di aver raccolto le testimonianze di un gruppo di uomini che riportavano le loro esperienze emozionali in riferimento alla sessualità con la propria partner, quindi con un focus particolare anche sul ruolo della relazione.

Questa novità ha permesso di evidenziare come la presenza di una compagna, per quanto delicata e comprensiva questa possa dimostrarsi, generalmente aumenta nell’uomo l’ansia relativa alla prestazione e alla situazione in generale. Si genera così un circolo vizioso in cui le emozioni negative aumentano la probabilità di fallimento della prestazione sessuale che, a sua volta, diminuisce sensibilmente i livelli d’intimità e complicità di coppia, perpetuando quindi il mantenimento del sintomo. Un tale quadro disfunzionale potrebbe delineare una prognosi sfavorevole del trattamento terapeutico a meno che il clinico non affronti direttamente e interrompa questo sistema a feedback negativo!

(da ESPRESSO.REPUBBLICA.IT )
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