In italia nè la destra nè la sinistra pare abbiano a cuore la questione omosessuale

Accoltellamenti, incendi, insulti e minacce. Non sembri un eccesso di vittimismo, ma i gay ci sono abituati. Salvo che in pochi casi privilegiati per censo sociale e culturale, la stragrande maggioranza delle persone omosessuali di questo paese è costretta a vivere in un clima di intimidazione, ricatto, paura e sospetto. Essere omosessuale significa – soprattutto se sei giovane, soprattutto se sei debole – fare in conti con una famiglia che ti opprime, con dei pari che ti dileggiano, con dei compagni di lavoro che ti guardano nella migliore delle ipotesi con compassione. E spesso ti devi guardare le spalle.
In questi giorni infuocati due casi sono arrivati alle cronache (ma numerosissimi vengono ignorati perché le vittime, per la maggior parte, di solito preferiscono tacere): due giovani accoltellati davanti a uno dei luoghi di socializzazione dei gay romani da un delinquente comune (e forse anche da un suo complice), un incendio a stento domato davanti a un altro dei luoghi di incontro degli omosessuali della capitale, una discoteca. Colpa del governo berlusconiano di centrodestra? Colpa delle dichiarazioni risibili del ministro delle pari opportunità secondo la quale non esiste un problema omosessuale? Colpa del primo cittadino della capitale di provenienza An? Si è davvero creato un nuovo e pesante clima plumbeo che copre il nostro paese? Non diciamo sciocchezze. Chi ha voglia di fare propaganda, si accomodi. Chi ha voglia di ragionare seriamente però metta da parte fanatismi e faziosità. Per gli omosessuali italiani nulla è cambiato. Vivevano misconosciuti prima con il governo Prodi, continuano a vivere misconosciuti oggi con il governo Berlusconi. L’omofobia è un sentimento viscerale orrendo che percorre molte zone del nostro paese da sempre. Proprio come la misoginia e l’antisemitismo.
Solo che l’omofobia esce rafforzata dalla totale mancanza di intervento politico.
La politica, quella che bisognerebbe scrivere con la P maiuscola (ma io nemmeno me lo sogno), si è ben guardata dal considerare i cittadini omosessuali come tali.
Li ha ignorati e continua a ignorarli.
Gli omosessuali italiani del 2009 sono come i cittadini di pelle nera degli Stati Uniti negli anni Cinquanta: paria, persone di serie B, trascurabili per la società. La politica – tanto quella della sinistra quanto quella della destra – ignora, continua a ignorare la presenza di cinque milioni di cittadini senza diritti. La politica – tanto quella di sinistra quanto quella di destra – mostra una sua profonda incapacità, una sua abissale povertà, una sua ripugnante indifferenza. Lo chiedo soprattutto ai cittadini eterosessuali di questo paese: come riuscite a digerire il fatto di vivere in un paese che, per esempio, nega il diritto fondamentale – quello di sposarsi – alle coppie omosessuali? È lo stesso diritto che un tempo, negli anni Sessanta, veniva negato alle coppie miste negli Stati Uniti. E con le stesse ragioni: quel rapporto (quello omosessuale oggi, quello tra bianchi e neri ieri) sarebbe innaturale, contrario alle leggi divine, produrrebbe mostruosità giuridica. La verità è che la politica come la conosciamo noi oggi è misera e questo impoverisce anche il paese che governa e nello stesso tempo rafforza le pulsioni più feroci e inespresse. La politica – tanto quella di destra quanto quella di sinistra – è la principale responsabile di ogni suicidio omosessuale (lo sapete che un giorno sì e un giorno no si suicida un giovane gay in questo beato paesello che si chiama Italia?), è a lei che vanno imputati gli atti di violenza che gli omosessuali sono costretti a subire. La politica continua a voltare la faccia. Forse fa bene, perché la faccia è tra le più penose che ci sia capitato di conoscere.