Basta «gay», «aborto» e «immigrazione» Barack “ripulisce” il suo vocabolario
Potrebbe chiamarsi “vocabolario Obama” quello redatto dall’autorevole quotidiano statunitense on-line The Politico, che ha stilato la classifica delle parole più pronunciate (e di quelle meno) dal presidente nei suoi primi otto mesi alla Casa Bianca. Un cambio di registro rispetto all’Amministrazione Bush, indicatore della priorità di alcune tematiche rispetto ad altre. “Guerra” e “gay” quasi scompaiono per lasciare spazio a “economia” e “salute”. Zachary Abrahamson ed Eamon Javers, i due giornalisti che hanno letteralmente studiato ogni singola frase del capo della Casa Bianca, hanno conteggiato che Obama ha pronunciato nei suoi interventi pubblici da presidente circa 670.000 parole. Il periodo preso in considerazione va dal giorno del giuramento a Washington, il 20 gennaio, alla conferenza stampa del 22 luglio, quella in cui ha detto che la polizia aveva agito “stupidamente”, riferendosi all’erroneo arresto del professore afro-americano di Harvard, Henry Louis Gates.
I termini di politica interna più usati sono stati “salute” ed “economia”, ripetuti rispettivamente 1.653 e 1.657 volte, mentre sono quasi scomparsi i vocaboli dei temi sociali più scottanti come “gay” (13 volte), “aborto” (15) e “immigrazione” (39). Obama ha pronunciato pochissimo i termini divenuti il cavallo di battaglia di George W. Bush: la guerra al terrorismo. La prima è stata citata 331 volte, la seconda 193.
Stesso discorso per altri due vocaboli ai quali la precedente Amministrazione ricorreva molto: Obama ha utilizzato la parola “male” soltanto 14 volte e libertà poco più di un centinaio: 24 nella versione “liberty” e 92 in quella “freedom”.
In comune con Bush, invece, c’è il ricorso al termine “sicurezza”, chiamato in causa 611 volte. In assoluto il termine più pronunciato dall’attuale presidente è “America” (2.929 volte), termine nel quale The Politico riunisce i sostantivi e gli aggettivi “americano” e “americani”. Passata al setaccio anche la politica estera. Il nucleare iraniano e gli impegni militari iracheni e afghani fanno mettere le parole Iran (324), Iraq (373) e Afghanistan (379) ai primi tre posti nella classifica dei paesi stranieri più citati, seguiti da Pakistan (227). In secondo piano, linguisticamente parlando, lo scenario israelo-palestinese, con la parola “Israele” citata 219 volte e “palestinese” 132. Fanalino di coda il termine “Corea”, utilizzato 117 volte e senza l’aggettivo “sud” o “nord”. La svolta ambientalista dell’Amministrazione Obama si vede anche dal limitato ricorso alla parola “petrolio” (173 volte) a favore di “energia” (902).
Il nuovo corso che il presidente americano intende portare avanti è enfatizzato dal termine “cambiamento”, pronunciato 641 volte. A sorpresa però “deficit” (utilizzato 327 volte) supera “speranza” (298). Con la crisi dei mutui, quasi sempre nei discorsi di Obama troviamo le parole “lavoro” (1.395) e “business” (832). E se “salute” è il terzo termine più pronunciato, “riforma” è chiamato in causa 738 volte.
The Politico chiude con una curiosità sportiva. Obama, appassionato di pallacanestro, ha pronunciato la parola “basketball” 33 volte, mentre “hockey” soltanto una.
(da LIBERO-NEWS.IT )
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