Per lui ecco la pillola d'argento:
così si allungano i tempi dell'amore
Dopo le pillole blu, gialle e arancioni, arriva 'l'aiutino' farmacologico contro l'eiaculazione precoce. "Si prende un’ora-un’ora e mezza prima del rapporto. Prevediamo che i cocktail saranno frequenti"
Milano, 18 giugno 2009 -
E' di colore argento, si assume prima di un rapporto sessuale e promette di allungare i tempi dell’amore. Un ‘aiutinò farmacologico pensato ad hoc per i 4 milioni di uomini italiani che soffrono di
piacere anticipato: troppo ‘fast’ per chiudere la partita con soddisfazione reciproca.
Dopo le pillole blu, gialla e arancione contro i ‘flop’ cronici sotto le lenzuola, all’armamentario di medicinali per lui si aggiunge il primo farmaco contro l’eiaculazione precoce. Si troverà nelle farmacie del Belpaese da luglio, annunciano oggi gli esperti di Sia (Società italiana di andrologia), Siu (Società italiana di urologia) e Siams (Società italiana di andrologia e medicina della sessualità), lanciando a Milano la campagna online ‘Eiaculazione precoce. Vogliamo parlarne?’ (www.eiaculazioneprecocestop.it ).
Il principio attivo è la dapoxetina (Priligy*, Jannsen-Cilag). «Funziona riducendo il riassorbimento della serotonina, il neurotrasmettitore che regola i tempi del piacere - spiega il presidente della Siu, Vincenzo Mirone - a livello delle sinapsi nervose» che nell’organismo maschile sono coinvolte durante il rapporto sessuale.
«Il farmaco si prende al bisogno un’ora-un’ora e mezza prima del rapporto - aggiunge lo specialista - Può essere assunto con i pasti e anche dai pazienti già in terapia con le pillole contro la disfunzione erettile maschile Anzi - precisa Mirone - prevediamo che i cocktail tra questi prodotti e il nuovo saranno molto frequenti". Il medicinale è a carico del paziente: la confezione con tre pillole da 30 mg (color argento più chiaro) costa 36,94 euro; per quella con tre pillole da 60 mg (di colore lievemente più scuro) si sale a 46,79.
Tra i fattori all’origine del piacere ‘speedy’ non c’è solo la psicologia: c’è anche la biologia, forse persino la genetica. I sospetti si concentrano su »particolari varianti del gene 5-HTTLPR, che regola appunto il riassorbimento di serotonina a livello sinaptico«. Contro questo problema, conclude l’esperto, »si utilizzavano alcuni farmaci anti-serotoningergici già disponibili con altre indicazioni. Ma erano medicinali a uso cronico, con un’azione sproporzionata rispetto alle esigenze di questi uomini".
(da QUOTIDIANONET.ILSOLE24ORE.COM )
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