Ieri la Camera ha approvato con 312 voti a favore e 239 contro la fiducia al governo sulla Manovra economica. La Finanziaria, impostata su questa manovra, verrà presentata a settembre. Oggi il Governo terrà un’ultima conferenza stampa prima della pausa estiva e senza dubbio rivendicherà a proprio merito il fatto di avere riportato il controllo della spesa nelle sue mani. E’ vero che il Parlamento ha perso il potere di decidere sulle spese, ma proprio i suoi abusi negli anni e nei decenni passati avevano fatto deragliare i conti pubblici.
La Costituzione prevede che ogni decisione assuma la forma di legge – in modo diretto o come conversione di un decreto – e quindi attribuisce al Parlamento la decisione di ultima istanza. Ma questo può creare – e di fatto ha creato – una situazione paradossale: il Governo, che deve prendere delle decisioni, e che i cittadini si aspettano che le prenda, viene esautorato dal Parlamento che decide in modo diverso.
Che senso avrebbe che il Governo decidesse di tagliare la spesa pubblica del 2% e il Parlamento deliberasse poi un aumento della stessa del 2%?
Il Governo ha la fiducia del Parlamento ma il Parlamento non può, di fatto, togliergliela decidendo in modo diverso dal Parlamento.
L’unica soluzione alternativa è che la maggioranza tolga la fiducia al Governo. Ecco perché il Governo ha posto il voto di fiducia.
Questa è la logica di governo che deriva dal sistema di voto. Una logica contro la quale non vale lamentare la perdita di poteri del Parlamento. Una logica che impone che la riforma della Costituzione venga fata al più presto e in modo organico.
(da GRRG.IT del 06/08/08)
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