Commedia in crisi a Hollywood?
Arriva Brüno, gay provocatore
Il nuovo film dell'attore britannico Sacha Baron Cohen spacca anche le associazioni omosessuali in America
LOS ANGELES - Voce affettata, capelli ossigenati, nessun pudore nell'esibirsi in hot-pants e in biancheria leopardata: si aggira così in America Brüno, un giornalista gay che si occupa di moda, espertissimo di gusti e tendenze omosessuali. Per ora è stato censurato solo con il visto «Restricted» e i minori di 17 anni non accompagnati da un adulto non potranno vederlo al cinema. Brüno arriva sugli schermi Usa dal 10 luglio. È un altro personaggio della galleria creata nel talk show «Ali G» dal conduttore Sacha Baron Cohen, laurea a Cambridge, 37 anni, nazionalità britannica, cresciuto in una famiglia di ebrei ortodossi, padre irlandese discendente da ebrei lituani e madre israeliana.
Dopo il giornalista kazako Borat, Brüno è già colpevole per molti di scardinare i tralicci old fashion della commedia Usa aprendo le porte a una satira senza freni, scostumata, capace con volgarità di ignorare qualsiasi divieto hollywoodiano. Dileggia gli americani e ogni minoranza o maggioranza etnica dietro un paravento provocatorio e politicamente scorretto. La Universal ha pagato 43 milioni di dollari per i diritti del personaggio anche se non distribuirà la pellicola in molti paesi perché Sacha e il regista Larry Charles l'hanno prevenduta a diverse società (Medusa in Italia). Sacha/Brüno per ora non parla, ha rifiutato anche una intervista al New York Times che ha anticipato il film con una serie di considerazioni e interrogativi. Il primo è lo stesso di tanti: sarà un film sulla tolleranza delle minoranze, sia pure in pantaloncini, oppure no?.
Le comunità gay e lesbo si sono già divise: c'è chi lo sostiene e chi si considera offeso a priori. Per alcune associazioni Brüno non farà che alimentare l'omofobia e gli atteggiamenti di scherno nei confronti dei gay. «Di sicuro sarà un pericoloso boomerang per il movimento di liberazione omosessuale». Hollywood aspetta le anteprime del film mentre Borat/Brüno si nega: per ora ha chiesto che gli vengano inviate le domande via e-mail. Il mensile Usa GQ ha avuto alcune risposte sul «pensiero di Brüno» solo dietro la garanzia della copertina con il fashion reporter nudo, tuttavia abile nel coprire con una posa artefatta ogni intimità e con una parrucchetta bionda con frangetta alla Zac Efron, labbra e volto contratti in una smorfietta sexy. Tenore delle domande accettate: «Come è possibile avere gli stessi capelli di Robert Pattinson o seguire l'Obama style; com’è il look del french guy Sarkozy...». Per Brüno, i leader mondiali del «best dressed» sono JFK, Obama, Castro e Timberlake.
A sua difesa però, quando ancora era lontano il lancio del film, Sacha aveva spiegato il senso di Brüno: «Ho sempre ammirato Peter Sellers e Andy Warhol e mi interessa raccontare come vive in America il rappresentante di una minoranza che si è accettato senza complessi e cerca anche di fare business. Brüno sarà un film contro ogni intolleranza e ignorante preconcetto». Ma l’attore, nonostante il silenzio attuale, è impegnato in una «aggressiva» campagna pubblicitaria. Ai recenti MTV Awards ha fatto discutere la sua «caduta» dalla volta del Gibson Amphitheatre: travestito da angelo sexy è «atterrato» seminudo sul volto di un Eminem molto infastidito (poi si è scoperto che era tutta una farsa: il rapper e Sacha Baron Cohen erano d'accordo). E l’angelo Brüno, per nulla asessuato, ammette dai poster: «Prediligo sopra e sotto indumenti firmati».
Fa tendenza con il suo modo di vestire: domenica scorsa alla Pride Parade gay di Los Angeles è stato imitato nella sua predilezione per mini hot-pants e t-shirt aderenti. Trapelano anche indiscrezioni sulle gag. Si parla già molto della scena di Brüno in cui il fashion reporter annuncia di aver adottato un bambino africano e d'averlo chiamato «O.J». Il protagonista nella pellicola fa anche riferimento alle adozioni della coppia Brad Pitt e Angelina Jolie e di Madonna. Si sa anche di un «mezzo» rifiuto di Elton John: il divo del pop ha negato al comico l'utilizzo per una sequenza (pare molto forte) della sua canzone Can You Feel the Love Tonight ma poi ha acconsentito a cedere un altro motivo solo per i titoli di coda. Hollywood però si divide sul talento e sull’irriverenza dell’attore. Nel panorama di una commedia americana sempre più scollacciata, l'attesa e i giudizi sul suo lavoro sono più che mai bivalenti. Ben Stiller dichiara: «Tropic Thunder deve molto a ciò che ha fatto prima Borat».
Adam Sandler aggiunge: «Ho pensato a Brüno interpretando in Tutte le donne vengono al pettine Zohan, il mio agente del Mossad che sogna di diventare a New York un parrucchiere esperto in prestazioni sessuali e taglio bisex di capelli». Apprezza la forza eversiva di Sacha/Borat/Brüno Judd Apatow, regista e sceneggiatore, l'uomo nuovo della commedia americana che ha diretto successi commerciali da 40 anni vergine a Molto incinta. Sono invece molto critici sulla comicità «estrema» di Cohen due padri della commedia di classe come Garry Marshall (già regista di Pretty Woman) e Blake Edwards. Presentando per la prima volta a Los Angeles le sue sculture e i suoi dipinti al Pacific Design Center, Edwards ha detto: «Questa è la mia arte privata, che non fa patti con il diavolo come oggi accade al cinema svenduto a buffonesche caricature. Giovane o vecchio, come ormai sono, non ho mai fatto parte di questo team». Sul comico britannico ha «esternato» perfino Woody Allen, presentando il suo Whatever Works. Un giudizio pieno di sfumature, quello del regista di New York: «Borat ha aperto porte alla commedia Usa alta e bassa, umiliandola per certi aspetti, ma anche liberandola da freni o ipocrite restrizioni».
[Modificato da niko74mi 01/07/2009 16:43]
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