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Brüno

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    niko74mi
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    00 03/04/2009 13:54
    ...il trailer del nuovo irriverente film di Sasha Baron Cohen...
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    00 01/07/2009 16:42

    Commedia in crisi a Hollywood?
    Arriva Brüno, gay provocatore

    Il nuovo film dell'attore britannico Sacha Baron Cohen spacca anche le associazioni omosessuali in America

    LOS ANGELES - Voce affettata, capelli ossigenati, nessun pudore nell'esibirsi in hot-pants e in biancheria leopardata: si aggi­ra così in America Brüno, un giornalista gay che si occupa di moda, espertissimo di gu­sti e tendenze omosessuali. Per ora è stato censurato solo con il visto «Restricted» e i minori di 17 anni non accompagnati da un adulto non potranno vederlo al cinema. Brüno arriva sugli schermi Usa dal 10 lu­glio. È un altro personaggio della galleria creata nel talk show «Ali G» dal conduttore Sacha Baron Cohen, laurea a Cambridge, 37 anni, nazionalità britannica, cresciuto in una famiglia di ebrei ortodossi, padre irlan­dese discendente da ebrei lituani e madre israeliana.

    Dopo il giornalista kazako Borat, Brüno è già colpevole per molti di scardinare i tralicci old fashion della commedia Usa aprendo le porte a una satira sen­za freni, scostumata, capace con volga­rità di ignorare qualsiasi divieto hol­lywoodiano. Dileggia gli americani e ogni minoranza o maggioranza etnica dietro un paravento provocatorio e politica­mente scorretto. La Universal ha pagato 43 milioni di dollari per i diritti del personag­gio anche se non distribuirà la pellicola in molti paesi perché Sacha e il regista Larry Charles l'hanno prevenduta a diverse socie­tà (Medusa in Italia). Sacha/Brüno per ora non parla, ha rifiuta­to anche una intervista al New York Times che ha anticipato il film con una serie di considerazioni e interrogativi. Il primo è lo stesso di tanti: sarà un film sulla tolleranza delle minoranze, sia pure in pantaloncini, oppure no?.

    Le comunità gay e lesbo si sono già divi­se: c'è chi lo sostiene e chi si considera offe­so a priori. Per alcune associazioni Brüno non farà che alimentare l'omofobia e gli at­teggiamenti di scherno nei confronti dei gay. «Di sicuro sarà un pericoloso boome­rang per il movimento di liberazione omo­sessuale». Hollywood aspetta le anteprime del film mentre Borat/Brüno si nega: per ora ha chiesto che gli vengano inviate le domande via e-mail. Il mensile Usa GQ ha avuto alcu­ne risposte sul «pensiero di Brüno» solo die­tro la garanzia della copertina con il fashion reporter nudo, tuttavia abile nel coprire con una posa artefatta ogni intimità e con una parrucchetta bionda con frangetta alla Zac Efron, labbra e volto contratti in una smor­fietta sexy. Tenore delle domande accettate: «Come è possibile avere gli stessi capelli di Robert Pattinson o seguire l'Obama style; co­m’è il look del french guy Sarkozy...». Per Brüno, i leader mondiali del «best dressed» sono JFK, Obama, Castro e Timberlake.

    A sua difesa però, quando ancora era lon­tano il lancio del film, Sacha aveva spiegato il senso di Brüno: «Ho sempre ammirato Pe­ter Sellers e Andy Warhol e mi interessa rac­contare come vive in America il rappresen­tante di una minoranza che si è accettato senza complessi e cerca anche di fare busi­ness. Brüno sarà un film contro ogni intolle­ranza e ignorante preconcetto». Ma l’attore, nonostante il silenzio attuale, è impegnato in una «aggressiva» campagna pubblicitaria. Ai recenti MTV Awards ha fatto discutere la sua «caduta» dalla volta del Gibson Amphitheatre: travestito da angelo sexy è «atterrato» seminudo sul volto di un Eminem molto infastidito (poi si è scoperto che era tutta una farsa: il rapper e Sacha Ba­ron Cohen erano d'accordo). E l’angelo Brü­no, per nulla asessuato, ammette dai po­ster: «Prediligo sopra e sotto indumenti fir­mati».

    Fa tendenza con il suo modo di vestire: domenica scorsa alla Pride Parade gay di Los Angeles è stato imitato nella sua predile­zione per mini hot-pants e t-shirt aderenti. Trapelano anche indiscrezioni sulle gag. Si parla già molto della scena di Brüno in cui il fashion reporter annuncia di aver adottato un bambino africano e d'averlo chiamato «O.J». Il protagonista nella pellicola fa an­che riferimento alle adozioni della coppia Brad Pitt e Angelina Jolie e di Madonna. Si sa anche di un «mezzo» rifiuto di Elton John: il divo del pop ha negato al comico l'utilizzo per una sequenza (pare molto for­te) della sua canzone Can You Feel the Love Tonight ma poi ha acconsentito a cedere un altro motivo solo per i titoli di coda. Hollywood però si divide sul talento e sul­l’irriverenza dell’attore. Nel panorama di una commedia americana sempre più scollacciata, l'atte­sa e i giudizi sul suo lavoro so­no più che mai bivalenti. Ben Stiller dichiara: «Tropic Thun­der deve molto a ciò che ha fatto prima Borat».

    Adam San­dler aggiunge: «Ho pensato a Brüno interpretando in Tutte le donne vengono al pettine Zohan, il mio agente del Mos­sad che sogna di diventare a New York un parrucchiere esperto in presta­zioni sessuali e taglio bisex di capelli». Ap­prezza la forza eversiva di Sacha/Borat/Brü­no Judd Apatow, regista e sceneggiatore, l'uomo nuovo della commedia americana che ha diretto successi commerciali da 40 anni vergine a Molto incinta. Sono invece molto critici sulla comicità «estrema» di Cohen due padri della comme­dia di classe come Garry Marshall (già regi­sta di Pretty Woman) e Blake Edwards. Pre­sentando per la prima volta a Los Angeles le sue sculture e i suoi dipinti al Pacific Design Center, Edwards ha detto: «Questa è la mia arte privata, che non fa patti con il diavolo come oggi accade al cinema svenduto a buf­fonesche caricature. Giovane o vecchio, co­me ormai sono, non ho mai fatto parte di questo team». Sul comico britannico ha «esternato» per­fino Woody Allen, presentando il suo Wha­tever Works. Un giudizio pieno di sfumatu­re, quello del regista di New York: «Borat ha aperto porte alla commedia Usa alta e bassa, umiliandola per certi aspetti, ma an­che liberandola da freni o ipocrite restrizio­ni».

    Giovanna Grassi
    17 giugno 2009

    (da CORRIERE.IT )

    [Modificato da niko74mi 01/07/2009 16:43]
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