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Alla fine il Gay Pride nazionale a Genova si farà...

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    00 23/03/2009 14:33

    Gay pride, il dialogo e il rispetto

    "Vogliamo incontrare Bagnasco". E la Vincenzi benedice il cambio di data

    di Ava Zunino

    IL DADO è tratto: il Genova Pride si svolgerà il 27 giugno. Lo hanno deciso domenica, alla fine di una riunione fiume iniziata di buon mattino e finita alle quattro e mezza del pomeriggio, gli oltre cinquanta rappresentanti delle associazioni gay, trans e lesbiche di tutta Italia. Si sono incontrati in un locale del porto antico di Genova, hanno pranzato sulla terrazza affacciata sul mare e hanno messo a punto date e programmi del gay pride nazionale e di quelli locali che, in giro per l´Italia, precederanno la manifestazione di Genova. La scelta del 27 giugno ha un significato simbolico per la comunità omosessuale (è la vigilia del giorno in cui, 40 anni fa a New York, per la prima volta gli omosessuali si sollevarono contro la polizia) ma ne ha anche uno più squisitamente politico e rivolto alla chiesa cattolica. La scelta iniziale, infatti, era caduta sul 13 giugno, giorno del Corpus Domini e la decisione di spostarlo al 27 viene dopo le riserve espresse dalla stessa Chiesa e dal sindaco Marta Vincenzi sulla coincidenza delle date.

    E proprio il sindaco, ieri sera, ha commentato subito con una nota di soddisfazione: «In questo modo sono stati superati tutti i problemi. Nel giorno dell´otto marzo, mi hanno fatto anche un bel regalo. Sono proprio contenta. Il Pride si colloca in questa nuova Genova che vuole farsi carico dei diritti di tutti: è una delle tappe del percorso con cui cerchiamo di costruire la convivenza civile, garantire la laicità dello stato, il ruolo delle comunità locali, la cultura del rispetto delle diversità. Si va avanti anche con atti simbolici».

    Il portavoce del comitato Genova Pride, Alberto Villa, sottolinea che la scelta è voluta: «abbiamo cambiato la data in segno di rispetto verso la sensibilità religiosa dei cittadini. Ci auguriamo di poter finalmente incontrare il cardinale Bagnasco, per spiegargli quali messaggi intendiamo lanciare con questo gay pride». E questo in particolare è ciò che è stato discusso ieri: i contenuti della manifestazione di sabato 27 giugno, che sarà una festa ma anche un momento per riflettere su questi tempi di crisi economica e lanciare messaggi perché si vigili sul rispetto dei diritti e contro le discriminazioni, che in tempi cupi, rischiano di passare più facilmente in secondo piano nei posti lavoro. «Da Genova vogliamo lanciare un messaggio politico di aggregazione di tutte le forze sociali e culturali italiane - ha detto ieri sera il segretario nazionale di Arci Gay, Riccardo Gottardi - affinché da crisi economica, assenza di diritti civili e incertezza del lavoro sia possibile uscire costruendo una nuova idea di società plurale e solidale». 

    L´aspetto della riflessione sociale è stato sottolineato ieri nel comunicato diffuso alla fine dell´assemblea al porto antico. «Le persone Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali) - si legge nella nota - condividono la preoccupazione per la perdita del posto di lavoro, per la restrizione della disponibilità di reddito, per la precarizzazione esasperata della propria esistenza. Ribadiamo che l´Italia cambierà solamente quando diritti civili e diritti sociali saranno collegati insieme in un progetto di mutamento delle condizioni concrete delle persone. La nostra piattaforma rivendicativa, è rimasta sostanzialmente immutata dal Pride nazionale di Roma del 2007 passando per il Pride nazionale di Bologna del 2008. Questo dimostra l´arretratezza e l´immobilismo della politica italiana».
    (09 marzo 2009)

    (da GENOVA.REPUBBLICA.IT )
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    niko74mi
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    00 30/04/2009 09:18
    ...i "Libertari" invitano i ministri del governo al Pride di Genova...

    GAY PRIDE GENOVA. I GAY DI DESTRA INVITANO I MINISTRI

    Spiegare direttamente il pensiero di un governo e di un Partito delle Liberta' che deve e vuole guardare oltre

    GENOVA, 22 APR - Un invito ai ministri Rotondi, Brunetta e Carfagna a partecipare al Gay Pride nazionale in programma a Genova il prossimo 27 giugno giunge oggi dalle pagine del Secolo d'Italia attraverso la rubrica ''Noi Libertari'' curata, a settimane alterne dal presidente di Libertiamo, Benedetto Della Vedova e da Daniele Priori vicepresidente di GayLib, unica associazione Gay di centrodestra.

    Il Pride di Genova - scrive il quotidiano - ''ha tutte le migliori intenzioni, a differenza di quanto e' accaduto in passato, di dialogare in maniera costruttiva davvero con tutti''. ''Sarebbe bello - si legge ancora - se i ministri Rotondi, Brunetta, l'onorevole Barani ma anche il ministro Carfagna e tutti quelli che se ne sentiranno partecipi, cogliessero l'occasione per fare un salto a Genova, prima della fine di giugno, per andare a spiegare direttamente il pensiero di un governo e di un Partito delle Liberta' che deve e vuole guardare oltre. Anche a quelle 800mila coppie di fatto, etero e Gay, che hanno ragione, nel 2009, di chiedere una legge aperta alle richieste che originano dalla societa'. Cosi' come la destra moderna e il governo che ne e' espressione non possono non essere''.

    (da GAYNEWS.IT )
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    niko74mi
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    00 19/05/2009 11:25
    ...tutto pronto per il Pride di Genova con ospite Elton John (forse)...

    Elton John ospite del Gay Pride 2009?

    Sabato 27 giugno il cantante inglese sarà a Genova? Così pare, ma gli organizzatori non si sbilanciano. L'intervista ad Alberto Villa

    Gay Pride: pronti, via. Sabato 27 giugno la manifestazione nazionale per i diritti degli omosessuali animerà le strade di Genova.
    Le polemiche che hanno accompagnato i primi mesi di organizzazione dell’evento – la coincidenza con il Corpus Domini (la prima data scelta per il Pride era il 13 giugno, ma dopo le polemiche è stata spostata) e l’inserimento della Lanterna, simbolo di Genova, nel logo della manifestazione – oggi lasciano il posto ai primi nomi noti che, forse, parteciperanno al primo Pride al pesto.

    Si parla insistentemente di Elton John: Alberto Villa, portavoce del Genova Pride, spera che il cantante inglese partecipi alla grande festa, anche se ancora non si sbilancia: «siamo in contatto con il suo manager. Se Elton John non sarà impegnato con il suo tour verrà, ma per ora non abbiamo certezze. Lui è sempre in giro per il mondo ma ha una casa a Nizza. Non ci metterebbe molto a passare da Genova...». Il Comitato del Pride ha pensato a lui per motivi che vanno oltre la sua bravura e la popolarità: Elton John ha sempre lottato per i diritti della comunità gay e in Inghilterra è stato il primo omosessuale a sposare il suo compagno grazie alla nuova legge che consente l'unione civile di coppie dello stesso sesso. «La sua presenza al Pride genovese sarebbe per noi l'occasione per lanciare un messaggio importante contro l'omofobia».

    Ma il Gay Pride è soprattutto il suo corteo colorato, festoso, «ma anche arrabbiato: manifestiamo per difendere i diritti che quotidianamente ci vengono negati», continua Villa. 
    Il corteo partirà da Principe e passerà per l'Annunziata, Fontane Marose, via Roma, Corvetto, via Serra, Fiume e via Venti per poi terminare in piazza De Ferrari, dove avrà inizio un mega concerto - «saliranno sul palco musicisti liguri, ma non solo» - accompagnato da un discorso politico.

    Dopo il concerto sarà possibile restare in centro storico: molti commercianti prolungheranno il loro orario di apertura fino alle 22, mentre i ristoranti e i bar applicheranno uno sconto del dieci per cento a chi si presenterà munito del braccialetto colorato simbolo del Pride. Il Comitato ha pensato ad una guida della città che segnalerà le attività aderenti al Gay Pride. Anche i musei cittadini resteranno aperti fino alle 24.
    «Sarà una piccola notte bianca fatta di momenti musicali in giro per il centro storico. In piazza Colombo, ad esempio, si ballerà il tango. Ma anche i CIV cittadini si sono detti desiderosi di organizzare iniziative in giro per la città. C'è davvero un grande fermento». A partire dalle 23.30 tutti alla Fiera per il gran finale dance: nel nuovissimo Padiglione B ci si scatenerà sulla pista da ballo.

    Nelle ultime due settimane di giugno, anche il Porto Antico diventerà friendly grazie al Genova Pride Village. Dall'Arena del Mare fino ai Magazzini del Cotone spazio a stand commerciali, concerti, esposizioni, conferenze, spettacoli teatrali e presentazioni di libri. Ovviamente l’invito non è rivolto solo alla comunità omosessuale: sarà per tutti l'occasione di condividere momenti di divertimento e cultura.
    All'Expò non mancherà una discoteca all'aperto e una kinder area dedicata ai più piccoli: «un segnale sociale importante per la nostra comunità», spiega ancora Villa, «la sede del Comitato Genova Pride si trova nelle vicinanze di un asilo, e qualcuno ha avuto da ridire: vogliamo che cose di questo genere non accadano più. Nel nostro spazio dedicato i bambini ci saranno animazioni e giochi».

    Il Genova Pride Village punta a diventare un appuntamento fisso a Genova: «sarebbe un obiettivo importante per la città e per il suo turismo». Tra gli obiettivi del Comitato, che sopravviverà al Gay Pride, c'è la creazione di una Camera di Commercio per gli omosessuali sul modello di quelli di altri paesi: «ma anche in Italia gay e lesbiche sono una forza economica importante. Vorremmo dare vita ad un convegno per parlarne, per questo abbiamo inviato una lettera a Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio di Genova. Sono trascorse tre settimane, ma non ha ancora risposto. Una cosa è certa: proseguiremo la nostra battaglia, perché siamo convinti che questa sia un'ottima opportunità per il Paese».

    (da MENTELOCALE.IT )

    [Modificato da niko74mi 19/05/2009 11:34]
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    00 10/07/2009 14:38

    Genova abbraccia il Gay Pride In corteo 200.000 persone

    Ma per la questura i partecipanti erano solo 50.000
    Don Andrea Gallo: "La Carfagna è assente e la Chiesa purtroppo tentenna"

    GENOVA - Palloncini colorati, bandiere della pace e una grande varietà di costumi, dai più classici, quasi da Carnevale, ai più trasgressivi per il Gay Pride a Genova, che si è svolto contemporaneamente alle analoghe manifestazioni di Parigi e Berlino. In corteo per i diritti degli omosessuali nel capoluogo ligure anche il sindaco Marta Vincenzi e don Andrea Gallo, a bordo del carro della comunità di San Benedetto. Sono scese in piazza almeno 200.000 persone, secondo le prime cifre diffuse dal presidente nazionale dell'Arcigay Aurelio Mancuso (ma per la questura il numero corretto è di 50.000 persone).

    Madrine della manifestazione Lella Costa e Vladimir Luxuria, che ha rinnovato la richiesta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di concedere la medaglia d'oro al valor civile a Maria Luisa, la ragazza di Napoli picchiata per aver difeso una coppia gay dagli insulti omofobi.

    Il percorso di circa quattro chilometri è stato infatti occupato metro per metro dalla festa in movimento, e piazza De Ferrari, dove c'era il palco per i saluti finali, è riuscita a contenere solo una minima parte dei manifestanti. La città ha accolto con entusiasmo la manifestazione: "Vedo una città in festa che partecipa - ha dichiarato il sindaco Marta Vincenzi - c'è una partecipazione empatica. Continuo a dire agli organizzatori che Genova si candida anche in futuro ad essere la città dei diritti". E infatti migliaia di persone hanno seguito la sfilata lungo il percorso, comprese famiglie al completo e anziani.

    Il popolo di gay, lesbiche, transgender, bisessuali, queer e intersessuati ha ribadito la richiesta del riconoscimento dei propri diritti, a cominciare dalle unioni di fatto, diritti che tutelino anche nei momenti di difficoltà, quando il compagno si ammala, si resta soli, si fa fatica ad arrivare a fine mese. Diritti che garantiscano ai molti bambini delle famiglie omogenitoriali (il 5% degli omosessuali ha prole) un futuro uguale a quello di tutti gli altri pargoli.

    "Il vero popolo delle libertà siamo noi", si leggeva su uno striscione provocatorio verso il partito del premier Berlusconi, bersagliato da slogan e scritte che ricordano anche gli ultimi scandali. Molto bersagliati anche il Papa ("Nazinger ancora aggredisce i gay") e il Vaticano ("Guantanamo mentale da chiudere").

    Non sono mancati i costumi più provocanti, tanto spettacolari quanto improbabili, eccezioni però in una moltitudine di persone 'normali'. Associazioni, circoli e organizzazioni venute da tutta Italia hanno riassunto in uno slogan che questa è "l'Italia che fa la differenza".

    Il corteo, durato quasi cinque ore (compresa una interruzione per un malore che ha colpito una transessuale su un carro) è stato aperto dal trenino delle Famiglie Arcobaleno, associazione delle famiglie omogenitoriali con i loro bambini. Poi il carro della Comunità di San Benedetto al Porto di don Andrea Gallo ("la Carfagna è assente e la Chiesa purtroppo tentenna", ha denunciato il sacerdote), con le persone transessuali del ghetto di Genova.

    Tra lanci di caramelle, coriandoli, fiori e acqua, sui carri musica e danze. L' associazione di gay milanesi Milk ha ricordato le vittime dell'omofobia, condannati a morte o uccisi a Londra, Bogotà e Iran. Prima della fine il corteo ha osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della repressione iraniana.
    (27 giugno 2009)

    (da REPUBBLICA.IT )
    [Modificato da niko74mi 10/07/2009 14:40]
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    00 10/07/2009 15:07

    I gay scendono in piazza per fondare un partito


    Genova «Sobrietà nell’abbigliamento», sentenzia Repubblica.it, il sito del giornale più moralizzatore della politica italiana raccontando la diretta del Gay Pride di Genova. È l’investitura del nuovo partito che sta per nascere, come auspicato e annunciato da Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay. Ora si può fare. Con buona pace di tutti quei politici di centrodestra ma soprattutto di sinistra che ieri erano sui carri a sfilare per Genova tendendo la mano al consenso (e ai voti) omosessuali.
    Piume, paillettes e nudi più o meno integrali sono ora autorizzati a conquistare Montecitorio senza che nessuno si scandalizzi. Anche perché gli slogan sono quelli politicamente corretti. Tutti rigorosamente contro Papa e Papi. La presenza dell’immancabile don Andrea Gallo, abbracciato e sbaciucchiato da trans e lesbiche mentre «scomunica» Mara Carfagna e nega l’assoluzione alla Chiesa «che tentenna» di fronte al Gay Pride, garantisce al movimento quella giusta dose di fanghiglia cristiana che basta e avanza per dimenticare i cartelloni tipo «Condom uguale vita, Papa uguale Aids» dedicati al papa «Nazinger».
    È una discesa in (via del) campo, con tanto di citazioni di De André, la marcia su Genova di ieri. Mancuso ribadisce la necessità di «entrare in politica», di «diventare un soggetto politico». Insomma, di andare oltre il semplice concetto di lobby. Quello di fondare un partito gay e lesbo è «un pensiero che si sta ponendo» per gli stessi organizzatori della sfilata. Tanto che, aggiunge il presidente di Arcigay in un’intervista al Secolo XIX, «entrambi gli schieramenti hanno mostrato interesse. Ma ci vogliono credenziali di credibilità. Ed entrambe le alleanze non danno grandi garanzie». Insomma, meglio andare da soli che fare accoppiamenti politici contro natura, perché «certe posizioni non sono convenienti in politica».
    Per il momento meglio accontentarsi e fare tesoro della massiccia presenza di assessori e consiglieri di maggioranza del Comune di Genova e delle ripetute prese di posizione dei gay di centrodestra. «Siamo qui per lottare per i nostri diritti e per chiedere ai nostri partiti un’intelligente apertura alle istanze delle persone omoaffettive e quindi non lasciarne alle sinistre il monopolio», sottolinea Enrico Oliari, presidente di GayLib, l’associazione nazionale dei gay di centrodestra. E Benedetto Della Vedova, deputato del Pdl, assicura: «Sono oggi al Gay Pride di Genova anche in nome di quella grande maggioranza di gay e lesbiche italiane che non ritengono che l’omosessualità sia una condizione di “opposizione” e naturaliter “di sinistra”. Senza intaccare, neppure dal punto di vista simbolico, il favor familiae che discende dalle norme costituzionali, credo sia possibile regolamentare e riconoscere le unioni gay».
    Il Gay Pride di Genova come una sorta di pre-congresso politico? Di certo, delle grandi prove di piazza ha il balletto delle cifre. Con la questura che quantifica in quarantamila i partecipanti alla manifestazione, e gli organizzatori che alzano a «oltre duecentomila» l’asticella delle presenze, bambini non votanti compresi. La cronaca intanto registra anche qualche momento di paura quando sul carro di don Andrea Gallo un/una trans si accascia e perde i sensi. Arrivano le ambulanze, il corteo si ferma e il carro si fa da parte. Dopo i primi tentativi di rianimazione sul campo, il manifestante viene accompagnato in ospedale e le sue condizioni sembrano migliorare progressivamente. Le piume, le paillettes e le calze a rete della politica «sobria» anche nell’abbigliamento possono tornare a marciare festosamente sui Genova.

    (da ILGIORNALE.IT )
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