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Il 24° Torino GLBT Film Festival

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    niko74mi
    Post: 25.888
    Città: MILANO
    Età: 49
    Sesso: Maschile
    00 25/02/2009 17:18

    24° Torino GLBT Film Festival

    23-30 Aprile 2009


    "Da Sodoma a Hollywood"
    24° Torino GLBT Film Festival
    23-30 Aprile 2009
     
    24 anni di esplorazione e costruzione dell'immaginario queer. Grazie a uno sguardo acuto e sensibile sul cinema soprattutto di ricerca, anno dopo anno il Festival è cresciuto diventando una delle principali occasioni di dialogo per la comunità lgbt e il grande pubblico. Nel corso degli anni, tra le scoperte in anteprima per l'Italia, il Festival ha segnato gli esordi di autori come François Ozon, Gus Van Sant, Derek Jarman, Todd Haynes, Eytan Fox, Apichatpong Weerasethakul, Alain Guiraudie, Auraeus Solito, Christophe Honoré e Brillante Mendoza.
     
    SEZIONI DEL FESTIVAL
     
    Concorsi Internazionali
    Tre sezioni competitive giudicate da tre giurie internazionali: Concorso lungometraggi – Premio Ottavio Mai (5000 euro) Concorso documentari (2500 euro) Concorso cortometraggi (1500 euro). Per ogni sezione competitiva è previsto anche un premio del pubblico.
     
    Premio Nuovi Sguardi
    Assegnato dal comitato di selezione del Festival a un film, tra lungometraggi e documentari, che rifletta l'evoluzione del cinema queer; tra la capacità di attraversare i linguaggi più diversi e quella di fondere le questioni legate all'identità con i generi cinematografici.
     
    Fuori Concorso e Panoramiche
    Prime visioni di film di registi affermati a livello internazionale o titoli in uscita nelle sale italiane caratterizzano la sezione Fuori Concorso e tre sezioni non competitive (lunghi, corti e doc) offrono
    un'esaudiente "panoramica" sullo stato della più recente e stimolante produzione lgbt in pellicola e video.
     
    La Retrospettiva
    Giuseppe Patroni Griffi
    Regista teatrale e cinematografico, è scomparso nel 2005. Nel cinema come in teatro i suoi trasgressivi personaggi sono portatori di una visione del mondo sensuale e libertaria che tende a scardinare i tabù sociali legati alla sessualità, in cui l'omosessualità ha in più di un caso un ruolo di primo piano. Tra i film presentati, il debutto del 1962, Il mare, e Metti una sera a cena del 1969, che, dopo la realizzazione teatrale è diventato un film di successo con Florinda Bolkan e Jean-Louis Trintignant, provocando interventi censori.
     
    Voice Over 4
    Un omaggio a Filippo Timi, figura unica nel panorama italiano tra cinema, teatro e letteratura; gli anni ottanta di General Idea e di Keith Haring; il mondo contemporaneo di Wolfgang Tillmans; gli ultimi due film della pioniera Barbara Hammer; l'ultimo progetto low-budget dell'innovativo Pascal Robitaille: queste e non solo queste le proposte del quarto anno di Voice Over, dove il cinema si contamina e dà vita a tanti linguaggi quante sono le sfumature dell'occhio.
     
    Europa Mon Amour
    Muscoli in gonnella: i peplum all'italiana
    Si prosegue sulla scia della ricerca iniziata con gli Spaghetti Western un paio di anni fa, per addentrarsi stavolta nelle avventure dei cosidetti film Peplum. Siamo negli anni cinquanta e sessanta e il cinema italiano si popola di muscoli gonfi, gonnelline, corte spade, pettorali e addominali, gambe solide e nude: occasioni per mostrare le nudità maschili come facevano negli Usa le riviste di culturismo. Tra i titoli in programma: La vendetta di Ercole di Vittorio Cottafavi (1960), Il colosso di Rodi di Sergio Leone (1961) e Il figlio di Spartaco di Sergio Corbucci (1962).
     
    Music & Movie Icons
    UK 1979-2009: Da Ashes to Ashes alla Common People Generation
    A colpi di musica, trent'anni di rivoluzione del gusto queer Made in UK: dalle trasgressioni di David Bowie al trasformismo new-romantic dei Visage, dal successo planetario degli Smiths, a quello radiofonico di canzoni come Smalltown Boy, dalla consacrazione dei Soft Cell a quella dei Pet Shop Boys, fino agli anni novanta, l'era del brit-pop e della "Common People", come cantavano i Pulp: canzone contro gli eccessi del decennio precedente, elogio della normalità come diversità. Strada seguita oggi da band come Franz Ferdinand e The Rakes, nella cui musica gli ultimi tabù, semmai ce ne fossero ancora, si abbattono con l'ironia.
     
    Eventi
     
    Carta bianca a Ferzan Ozpetek
    Un invito a presentare "i film della sua vita" al regista de Le fate ignoranti (2001), Saturno Contro (2006) e del recente Un giorno perfetto (2008). Tra i titoli scelti grandi classici come Narciso nero di Michael Powell e Emeric Pressburger, del 1947, La signora mia zia di Morton DaCosta, del 1958, e Leoni al sole di Vittorio Caprioli, del 1961.
     
    Premio Speciale a Ventura Pons
    La proiezione del suo nuovo film Forasters (2008) sarà l’occasione per consegnare il Premio Speciale del Festival per l’edizione 2009, al regista catalano Ventura Pons, figura di rilievo spesso presente nel corso degli anni al Festival torinese. Uno dei pionieri del cinema gay, ha all’attivo la realizzazione di 20 lungometraggi, alcuni dei quali anche distribuiti nel nostro paese, tra cui citiamo Carícies (1988), Amic/Amat (1999), Il voltapagina (2002), Barcelona, un mapa (2007),
     
    A Vent'anni dalla caduta del Muro di Berlino
    Per ricordare la vita nella città divisa: Westler di Wieland Speck (1985) e Coming Out (1989) di Heiner Carow. L'evento rientra nel programma della Biennale della Democrazia che si svolge a Torino, parallelamente al Festival, dal 22 al 26 aprile.
     
    Stonewall: Da Judy Garland a Harvey Milk
    Ombre sul palcoscenico (1963) di Ronald Neame è l'ultimo film interpretato dall'icona del mondo gay di allora, Judy Garland, morta il 22 giugno 1969, pochi giorni prima dei violenti scontri a New York tra il movimento glbt e la polizia al bar Stonewall Inn, nel Greenwich Village. Da lì a qualche anno Harvey Milk, giovane attivista gay di San Francisco, con il suo motto "Hope" avrebbe iniziato la sua lotta per i diritti civili…
     
    Gli Omaggi
     
    Adolfo Arrieta: deliri d'amore
    Autore spagnolo vicino alla Nouvelle Vague francese, anche pittore e grande conoscitore dell'opera di Jean Cocteau. I suoi corti realizzati a Madrid negli anni sessanta valgono come pietre miliari del cinema indipendente, mentre il suo Les Intrigues de Sylvia Couski, realizzato a Parigi, nel 1974 è considerato la prima opera militante underground parigina.
     
    Guy Gilles: il tempo fuori tempo
    Nato ad Algeri nel 1938, arriva in Francia verso la fine degli anni cinquanta. Nel primo lungometraggio, L'Amour à la mer (1962), appaiono Juliette Greco, Romy Schneider, Jean Pierre Léaud, nonché Patrick Jouané, che diventa da quel momento il suo alter ego sullo schermo e il suo compagno nella vita. Marguerite Duras ama il secondo lungometraggio di Gilles, Au pan coupé (1968), e Jeanne Moreau lo sostiene per realizzare, nel 1972, Absences répétées, senza dubbio il film più autobiografico di questo cineasta eclettico tra cinema, pittura, scrittura e fotografia.
     
    Cinema in versi: Dorothy Porter  
    Un ricordo della poetessa australiana Dorothy Porter, recentemente scomparsa, attraverso i suoi lavori per il cinema: The Eternity Man (2008) di Julian Temple e La maschera di scimmia, noir lesbico, originariamente scritto come romanzo in versi e trasformato in film da Samantha Lang (2000).
     
    Un caso europeo: Sugar Rush
    Una delle serie tv a tematica glbt più amate di questi ultimi anni. Trasmessa dalla rete inglese Channel Four, ha sollevato critiche e polemiche per la vicenda centrata sull'omosessualità della protagonista quindicenne Kim. Mai trasmessa da una tv italiana è però diventata di culto nella comunità lesbica del nostro paese che ne rincorre le puntate su internet... La ormai tradizionale attenzione del Festival per il mondo dell'adolescenza si ibrida con quella per i fenomeni legati ai nuovi media.

    (da SENTIERISELVAGGI.IT )
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    Età: 49
    Sesso: Maschile
    00 08/05/2009 14:10

    Cinema gay: vince la storia della carcerata "Leonera"

    TORINO
    Anche la 24° edizione del GLBT Film Festival Da Sodoma a Hollywood, che si è conclusa giovedì, è stata, come le precedenti, ricca di proposte, scoperte, rivelazioni, tanto da fare del festival uno degli eventi cinematografici torinesi che non si possono perdere.

    Perché, se è vero che ormai il cinema gay ha un suo posto non trascurabile nel panorama del cinema mondiale ed è mostrato ovunque, è anche vero che una rassegna ad esso interamente dedicata è una ghiotta occasione per scoprire una realtà nel suo complesso, nei suoi diversi approcci tematici e stilistici. I film premiati, come Leonera dell'argentino Pablo Trapero, una dura storia al femminile, carceraria e violenta, o come Elève libre del belga Joachim Lafosse, il ritratto sfaccettato di un adolescente, confermano il valore dei loro autori.

    Ma c'è anche un discorso più ampio da fare, che riguarda l'importanza di affrontare certi temi, spesso scabrosi, e di svolgerli in modi e forme che non scadano nel banale o nello scandalistico. Ed è ciò che hanno fatto la maggior parte degli autori. Basti pensare a Khastegi dell'iraniano Bahman Motamedian sulla transessualità, o a Out of India: A Family's Journey dell'americano Tom Keegan sul flagello dell'Aids, premiati ex-aequo come migliori documentari. Ma si pensi anche a Giorgio/Giorgia... storia di una voce (menzione speciale) di Gianfranco Mingozzi, ritratto composito e prospettico di Giorgia O'Brien (al secolo Giorgio Montana), attrice e cantante transessuale molto nota negli Anni 50 e 60.

    Mingozzi ne ripercorre la storia attraverso una sua lunga intervista, che ne mostra il carattere forte e ilare, solare e autoironico, oltre a una serie di testimonianze e materiale d'archivio. Infine dovremmo citare altri autori e altri film, a conferma di un programma estremamente vario e ricco. Ci limitiamo a ricordare l'opera dello spagnolo Adorfo Arrieta, noto anche come Udolfo, Adolfo, Alfio ecc. Un artista di stampo surrealista, poeta e sperimentatore, amico intimo di Jean Marais.

    (da LASTAMPA.IT )
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