VERSO LO SCONTRO ISTITUZIONALE

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niko74mi
00martedì 1 luglio 2008 11:02
di Alessandro Corneli

La politica italiana procede a ritmo di ping pong, con la palla che passa da una parte all’altra del campo, ed è in attesa del golden gol, del colpo che chiude la partita. È soprattutto una gara di resistenza.

Agli affondi di Antonio Di Pietro, Silvio Berlusconi ha risposto – attraverso una lettera inviata alla Federazione italiana tabaccai – in modo indiretto, ribadendo che il suo governo “ha scelto di mettere la sicurezza e l'ordine pubblico tra le priorità della propria azione compresa la volontà di ridare efficienza e forza credibile ad una giustizia che, troppo spesso, delude le aspettative in essa legittimamente riposte”.

Berlusconi non è sceso nella rissa e, opportunamente, ha riportato l’attenzione sulle priorità del Governo.

Veltroni insiste nel sostenere che “il governo sembra non accorgersi della gravità della situazione ed è preoccupato solo dei problemi del presidente del Consiglio. Noi chiediamo immediatamente un intervento a sostegno di salari, stipendi, e pensioni. E' questa la vera priorità del Pese e non il lodo Schifani”.

È ovvio che si tratta di una forzatura perché il Governo non può aumentare “salari, stipendi e pensioni” a 40 milioni di cittadini, 22 occupati e 18 pensionati. È perciò inutile che Veltroni, spulciando avidamente ogni mattina le agenzie e i giornali, dica che “l’inflazione sale come non accadeva da anni. I prezzi al consumo hanno raggiunto valori che non vedevamo da dodici anni e a salire sono soprattutto quelli del pane, della pasta e degli altri generi di prima necessità. Salgono i prezzi alla produzione del 7,5%. Frena il mercato dell'auto e la produttività del Paese continua a decrescere. A questo si aggiunga la crisi di Alitalia che dopo mesi non ha ancora una soluzione e i quattromila esuberi prospettati”.

Il leader del Pd si è legato alla propria affermazione dio un Paese “sull’orlo del tracollo”, ed è chiaro che questa è una esagerazione, e comunque non si può incolpare il nuovo Governo di non avere ridato benessere agli italiani dopo due mesi.

Il punto è che tutto questo dibattito è interlocutorio. Si attende la fine del braccio di ferro sul decreto sicurezza e sul lodo Alfano. Il Governo ha la maggioranza per farli approvare. Il punto debole è la sospensione dei processi per reati quali il furto, la rapina e una serie di violenze, proprio quelli che fanno percepire alla gente il bisogno di sicurezza. Un accordo potrebbe essere trovato su questo punto, eventualmente con l’intervento della Lega.

Mentre alcuni attendono la pubblicazione di altre intercettazioni “imbarazzanti” per Berlusconi, quelle relative alla vicenda Saccà si sgonfiano poiché il giudice del lavoro di Roma ha accolto il ricorso dei legali di Agostino Saccà contro la sospensione da direttore di RaiFiction e ne ha ordinato la riammissione in servizio, ritenendo che le opinioni della Rai non siano condivisibili.

La linea della resistenza “elastica” di Berlusconi coincide sostanzialmente coincide con quella del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ma oggi il Csm darà il suo parere – non richiesto dal ministro della Giustizia – sul provvedimento “blocca-processi”, e sarà un parere negativo, che obbligherà tutti a prendere posizione.

Quindi Anm e Csm hanno deciso di provocare uno scontro istituzionale. Che trascinerebbe la Corte costituzionale e il Quirinale a formare un unico fronte a difesa della Costituzione. Un fronte che solo con un miracolo Berlusconi riuscirà ad infrangere.

(tratto da GRRG.IT del 01/07/08)
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