VENGO ANCH’IO…

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niko74mi
00venerdì 13 giugno 2008 10:45
di Alessandro Corneli
C’è qualcosa che non va nella politica estera italiana. Ieri mattina, prima del colloquio del presidente Bush con il presidente Napoletano e del colloquio con Silvio Berlusconi, il governo tedesco ha confermato la sua linea, espressa all’inizio di giugno dal portavoce del governo, Ulrich Wilhelm: “Non c’è alcun bisogno di cambiare il formato” 'del gruppo dei paesi “5+1” per le trattative con l’Iran sulla questione nucleare.

La dichiarazione èp stata fatta all’indomani dell’incontro tra Bush e il cancelliere Angela Merkel, che sul punto è rimasta intransigente. Eppure Frattini, dopo un colloquio con la Rice, aveva parlato di “conferma del pieno sostegno Usa all'aspirazione” dell'Italia a unirsi al gruppo dei Paesi che negozia con l'Iran sul nucleare. Martedì prossimo Frattini sarà a Berlino per incontrare il suo omologo tedesco Frank Walter Steinmeier proprio per discutere della questione. Secondo Frattini, l’aspirazione'' italiana è “utile per l'Europa” ed è “una questione politica” da affrontare “con gli amici tedeschi”. Frattini ha anche ricordato il sostegno del presidente francese Nicolas Sarkozy, rilevando che “l’Italia è già coinvolta a livello tecnico e il salto di qualità sarebbe un impegno politico”.

Si aggiunga che il numero due del Consiglio della sicurezza nazionale Usa, Judy Ansley, durante un briefing sull'Air Force One in volo da Berlino a Roma, aveva espresso dubbi sulla possibilità concreta che l'Italia possa unirsi al gruppo. Sembra quindi che l’aspirazione dell’Italia non verrà soddisfatta, a meno di un colpo di scena finale da parte di Bush.

Il no tedesco ha una giustificazione generale: non vuole che l’Italia incrementi il proprio profilo diplomatico, che le faciliterebbe la promozione a membro permanente del consiglio di sicurezza dell’Onu, cui la Germania aspira da sola tra le potenze europee. Ma potrebbero esserci anche questioni bilaterali, di natura economica, non ancora emerse in modo chiaro. La sorte dell’Alitalia potrebbe essere una di queste. Ma potrebbero esserci anche questioni relative alla gestione dell’Ue.

Se prevarrà l’opposizione tedesca, nonostante l’appoggio francese e la benevolenza americana, il ruolo della Germania in Europa, e a livello internazionale, risulterà accresciuto. E forse questo è l’obiettivo perseguito da Berlino. 

La politica estera, al di là delle manifestazioni personali e culturali, è diretta espressione della forza di un Paese: forze economica, finanziaria, tecnologica, industriale, commerciale, scientifica, militare. Ma è anche effetto della funzionalità interna di un Paese, della sua efficienza e solidità politica e amministrativa, dell’immagine che da di sé nell’affrontare e risolvere i problemi con determinazione e rapidità.

Sotto quasi tutte queste voci l’Italia non fa una bella figura. Poco perciò contano le dichiarazioni di amicizia, la voglia di partecipare ai grandi consessi internazionali, e cose del genere.

(da GRRG.IT del 13/06/08)

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