SINDACATO, IL SENZACOLPE

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niko74mi
00lunedì 28 luglio 2008 10:48
di Alessandro Corneli

Sembra che la lotta del ministro Brunetta contro i fannulloni cominci a dare i suoi frutti prima ancora che le norme siano entrate in vigore. Secondo i dati di un'indagine pilota condotta dal ministero della pubblica amministrazione e l'innovazione su un campione di 27 fra amministrazioni centrali, periferiche ed enti di previdenza, il numero delle giornate di assenza per malattia si é ridotto del 15% nel bimestre maggio-giugno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La contrazione delle assenze, pari all'11% circa nel mese di maggio è quasi raddoppiata a giugno (-20%). Brunetta ha annunciato che a settembre verrà avviata un'attività di raccolta sistematica di dati mensili per monitorare il fenomeno dell'assenteismo dei lavoratori pubblici.

Quindi c’era qualcosa che non andava e che bisognava correggere. Anche se siamo solo all’inizio. E la battaglia sarà dura perché do mezzo ci sono i sindacati. Sabato scorso, sul Corriere della Sera, Brunetta ha difeso la sua azione e ha detto che, secondo lui, la maggior parte dei pubblici dipendenti fanno il loro dovere, ma chi non lo fa è perché diverse cause hanno portato al lassimo e alla cattiva immagine del pubblico funzionario. Ha detto Brunetta: “cattiva politica, cattivo sindacato, hanno prodotto mostri”.

Finché si denuncia la “cattiva politica”, nessuno protesta. Ma dire “cattivo sindacato” non si può. E, il giorno dopo, sempre sul Corriere, è arrivata la protesta del segretario del Cisl, Raffaele Bonanni, che pure non è il più negativo nei confronti del Governo. Che dice: “Basta con questa campagna denigratoria… Nessuno può pensare di fare le norme a bastonate”.

Poi affonda: “E’ la politica che nomina i primati degli ospedali, i manager delle aziende, i dirigenti dei ministeri che dovrebbero vigilare e controllare l’andamento della macchina pubblica e non lo fanno. L’amministrazione non funziona bene per colpa di qualche mela marcia, ma soprattutto per le ingerenze oltre misura della politica… E adesso si cerca di scaricare la colpa sugli impiegati, per giustificare io tagli. O magari si attacca il sindacato”.

In Italia, dove si può attaccare chiunque, anche il Capo dello Stato, non si può fare la pur minima critica al sindacato. Eppure è vox populi che i sindacati si sono spesso opposti a quei dirigenti che pretendevano che tutti i dipendenti facessero il loro dovere, fino a creare un clima per cui erano i sindacati a fare il bello e il cattivo tempo. L’immunità dei sindacati deve finire. E devono finire i loro privilegi. Ma dal sindacato esce una sola voce, sempre la stessa: sciopero generale. L’Italia ne ha davvero bisogno!

(tratto da GRRG.IT del 28/07/08)
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