di Alessandro Corneli
Notizie drammatiche da Confcommercio sul calo dei consumi degli italiani. Un calo strutturale che è destinato a ripercuotersi sulla produzione e sull’occupazione, confermando la prospettiva di crescita zero. Con conseguenze anche sulle entrate fiscali. Mentre la spesa pubblica, ancorché a un ritmo più basso, continuerà a crescere.
Commuove, sotto un certo aspetto, l’insistenza con cui Pierluigi Bersani insiste a dire che c’è un tesoretto di 3-4miliardi di euro, annunciando che il Pd proporrà un modo per distribuirlo: in pratica, attraverso “detrazioni tra 250 e i 300 euro per i redditi da lavoro dipendente sotto i 25 mila euro e per quelli da pensione e per gli incapienti sotto i 20 mila euro”.
Fanno il paio con le poche centinaia di euro concesse da questo Governo attraverso l’abolizione dell’Ici sulla prima casa e la detassazione degli straordinari.
Si aggiungano le previsioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, secondo il quale nel triennio 2009-2011 il quadro delle esigenze aggiuntive necessarie per le infrastrutture strategiche è pari a “44 miliardi di euro, di cui 14 miliardi da allocare su capitoli della Legge Obiettivo e 30 miliardi provenienti da risorse private e altre fonti”.
Ma dove sono, dove si troveranno questi soldi? È inutile farsi illusioni. L’Italia non ha soldi. Mentre Francia e Regno unito hanno già deliberato la costruzione di nuove centrali nucleari. Qui passeranno gli anni a trovare i siti adatti: passeranno anni perché non ci sono i soldi. Ben vengano, quindi, le contestazioni degli ambientalisti perché servono a nascondere la povertà di questo Paese.
Forse sarebbe meglio cominciare a dirlo. Forse sarebbe meglio evitare di elencare decine di miliardi di euro come se davvero ci fossero mentre non c’è neppure il tesoretto di Bersani.
(tratto da GRRG.IT del 05/07/08)