LA RICERCA DI UN COMPROMESSO

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
niko74mi
00venerdì 4 luglio 2008 09:58
di Alessandro Corneli

Ieri, le anticipazioni del settimanale L’Espresso erano molto attese. Non si sapeva se sarebbero state pubblicate oppure no trascrizioni di intercettazioni telefoniche molto piccanti riguardanti Berlusconi. Non sono state pubblicate, ma in compenso sono state fornite nuove “rivelazioni” sulla vicenda Berlusconi-Mills dove, per reggersi, l’impianto accusatorio lavora su “prove” molto più complesse delle intercettazioni.

È evidente che se passano sia il decreto sulla sospensione dei processi sia l’immunità per le più alte cariche dello Stato, il processo Mills si ferma, per un anno nel solo primo caso, per tuta la legislatura, nel secondo caso.

Berlusconi, dopo aver incassato il via libera del Quirinale su entrambi i decreti, ha deciso di non partecipare alla trasmissione Matrix in cui avrebbe dovuto affrontare il tema della giustizia, e in particolare dimostrare che la magistratura lo perseguita per rovesciare il verdetto elettorale. In una nota, Berlusconi ha spiegato: “Il Governo ha lavorato tanto e benissimo in questi primi due mesi di attività. Non mi pare opportuno e producente intervenire sui temi proposti da Matrix, giustizia e intercettazioni, che farebbero passare in secondo piano le tante cose realizzate dal Governo per cedere il passo ad argomenti e gossip negativi, che inquinano ed ammorbano il dibattito politico e parapolitico di questi giorni, deviando l'attenzione del Paese dai problemi concreti e dai risultati dell'azione di governo”.

Cerchiamo di fare il punto. La pubblicazione di intercettazioni telefoniche piccanti, cioè a contenuto erotico, avrebbe un impatto emotivo molto forte specie se fosse possibile cogliere o dedurre un rapporto tra prestazioni sessuali e incarichi di governo poiché, in questo caso, ci sarebbe la commistione tra fatti privati e responsabilità pubbliche.

Massimo Donadi, dell’Idv, ha posto così il problema: “E se Bill Clinton avesse fatto Monica Lewinsky ministro del suo governo?”.  Il capogruppo dell'Idv alla Camera ha così commentato ieri a 'Radio Radicale' l'ipotesi della pubblicazione di nuove intercettazioni di Silvio Berlusconi, che coinvolgerebbero, secondo indiscrezioni di stampa, alcune ministre.

La domanda che ci preme porre è questa: è verosimile che L’Espresso (o un altro giornale) segua solo una logica editoriale – un mix tra il fare informazione e vendere copie – ben sapendo quali conseguenze politiche potrebbero venirne fuori senza una adeguata “copertura” politica?

Posta in Italia, nel clima attuale, questa domanda, la risposta è: no.  Se perciò qualche giornale pubblicherà queste intercettazioni – posto che esistano – scegliendole tra le quasi 9000 a disposizione, lo farà perché “autorizzato” da qualche importante vertice politico.

È chiaro che se questo vertice fosse Di Pietro, l’autorizzazione non mancherebbe. Ma non crediamo che Di Pietro abbia tanto potere. Bisognerebbe andare molto più in alto. Fino a un livello dove si accetterebbe di affrontare uno scenario di destabilizzazione politica molto critico.

Per il momento questa “autorizzazione” non c’è stata. E Berlusconi ha rinunciato ad andare a Matrix. E se nel frattempo passerà il decreto sulle intercettazioni, vorrà dire che, ai massimi livelli, si è raggiunto un compromesso, e si è deciso di evitare uno sconquasso politico-istituzionale.

Ci vuole infatti un bel coraggio smentire un risultato elettorale chiaro come è stato quello del 13-14 aprile. Significherebbe bloccare l’azione di risanamento e rilancio avviata dal Governo. E questo, a parte qualche politico, è oggetto di riflessione da parte delle persone più responsabili. Sulla vicenda dovrà riflettere però anche lo stesso Berlusconi.

Benché Veltroni non sia nella posizione di decidere, è probabile che non auspichi uno sconquasso di cui si avvantaggerebbe Di Pietro. In questo senso può essere interpretata la sua posizione sul decreto intercettazioni: “Se il Governo vuole fare un decreto, lo faccia sui salari, sugli stipendi, sulle pensioni e sui prezzi perché queste sono le urgenze del Paese. Se governo e maggioranza manterranno invece l'atteggiamento che hanno da venti giorni a questa parte, se non toglieranno di mezzo un emendamento sul dl sicurezza che non ha nulla a che vedere con la sicurezza e se sarà presentato un decreto sulle intercettazioni che sarebbe un atto incostituzionale, mettano nel conto un ulteriore inasprimento del clima in Parlamento”.

Formalmente la posizione è dura, ma Veltroni auspica sostanzialmente un ritorno al dibattito sulle cose che interessano la gente. Senza dirlo, Veltroni condivide l’intenzione di Berlusconi “di non cedere il passo al gossip”.

Si tratta di una posizione politica dalla quale si può ripartire. Ma Berlusconi, a sua volta, ha giustamente bisogno di qualche garanzia. Per ché se rinuncia al decreto legge sulle intercettazioni (e loro pubblicazione), non vuole poi ritrovarsele mentre è a Tokyo per il G8 o durante il mese di agosto.

(da GRRG.IT del 04/07/08)
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:59.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com