GENOVA. GLI AMORI "DIVERSI" DEL MONDO ANIMALE Cigni e giraffe, delfini e lupi, germani reali e balene, scimmie e scarafaggi: la loro omosessualità in una mostra che farà discutere di MICHELA BOMPANI A Oslo, nel 2007, ha scatenato un putiferio, "Against nature?", la prima mostra mai realizzata (dal museo di Storia naturale) sull´omosessualità tra gli animali: lunedì, alle 17, unica tappa italiana, s´inaugurerà al museo di Storia naturale di Genova, nell´ambito del Festival della Scienza che quest´anno ha imposto il tema "diversità", nelle sue declinazioni.
«In tutte le 1500 specie osservate, nessuna esclusa, è diffusissima l´omosessualità: le ricerche ci dicono che gli animali fanno sesso per rilassarsi, per stringere alleanze, per amore, non soltanto per procreare», spiega Geir Soli, ideatore e curatore della mostra. Obiettivo tutto manifesto: «Demistificare l´omosessualità. E dimostrare che, tra gli uomini, può essere valutata in base ad altri criteri, non quello biologico».
Gli amori verticali di giraffe (maschi), il petting acquatico dei delfini (maschi): e poi le vertigini di germani reali, pappagalli, cigni, lupi, leoni, balene, scimmie, gabbiani, scarafaggi. Dal più minuscolo insetto all´enorme capodoglio, gli amori gay sono quotidiani. Anzi, in alcune specie la bisessualità è praticata da tutti.
A otto mesi dal Gay Pride di Genova, la provocazione è servita.
«Macchè: "Against Nature" aiuterà il Pride - assicura Geir Soli - in Norvegia ha avuto un successo enorme, non solo nella comunità gay», le cronache raccontano delle famiglie in coda per visitarla.
Le scimmie "bonobo", che condividono il 99% del patrimonio genetico con l´uomo, fanno sesso per scaricare lo stress, senza badare all´età o al genere del partner. Oppure ci sono i cigni femmina, che stabiliscono durature relazioni tra di loro, e fanno sesso con i maschi solo per riprodursi. Poi tornano con la "compagna" e, insieme, allevano i piccoli. Più scaltri, i fenicotteri. Una coppia di maschi spesso "cova" uova altrui, perché i due riescono a controllare un territorio più vasto e i piccoli hanno maggiori probabilità di sopravvivere.
Non c´è differenza di genere, maschi e femmine, nei casi studiati, sono omosessuali in percentuali analoghe: «Possiamo fare più esempi maschili, soltanto perché gli studi sui maschi sono più facili», dice il curatore.
In mostra: fotografie, modelli, installazioni. Per dimostrare i risultati del lavoro degli scienziati. Lavoro cominciato piuttosto recentemente, non più di vent´anni fa: «Prima era impensabile», spiega Soli. Però già Aristotele se n´era accorto, 2300 anni fa, osservando le iene. Solo che aveva confuso due femmine con due maschi. «L´omosessualità è più diffusa nelle specie che sono organizzate socialmente, quindi più evolute», indica ancora Soli.
(da
GAYNEWS.IT)