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La breve storia della proposta Concia contro l'omofobia

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2009 19:08
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Città: MILANO
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Sesso: Maschile
01/11/2009 19:08

Sì ai reati anti-omosessuali

Ha resistito soltanto un giorno all’esame dell’aula la proposta di legge sull’omofobia, poi il suo cammino si è fermato. Per l'Udc si tratta di un testo incostituzionale e l’assemblea di Montecitorio ha approvato, con i voti di Pdl e Lega, la questione pregiudiziale avanzata dal partito di Casini: 285 voti a favore, 222 contrari e 13 astensioni. Democratici e Idv hanno votato contro. Con queste cifre e molti commenti sgradevoli, le comunità lgbt d'Italia hanno vissuto ieri una delle pagine peggiori della loro storia.

Era stata Anna Paola Concia, deputato del Pd, dieci giorni fa a presentare questa proposta che inseriva tra le aggravanti dei reati i fatti commessi «per finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato». E’ il modo per riempire un vuoto legislativo che lascia l’Italia fra i pochi Paesi dell’Ue a non avere alcun tipo di regolamentazione nonostante gli inviti del Parlamento europeo a intervenire. Eppure nemmeno Anna Paola Concia aveva immaginato il rimescolamento di posizioni, idee, voti che avrebbe provocato la sua proposta. Che non avrebbe avuto vita facile, quello sì: infatti aveva dovuto limare il testo escludendo le trans e provocando molti malumori. 

Facile da intuire era la presa di posizione di Paola Binetti del Pd che ha votato contro, come la maggioranza, creando un caso. Facile da immaginare anche l’opposizione dell’Udc, in questo caso presentata sotto forma di pregiudiziale di costituzionalità. «Il Parlamento - spiega il segretario Pierferdinando Casini - per seguire furori ideologici non può legiferare male, leggi confuse che non eliminano le discriminazioni ma anzi le accentuano. Penso a categorie come quella degli anziani o quella dei non autosufficienti. Sarebbero esse sì discriminate se avessimo approvato una legge di questo tipo». 

In realtà il testo della pregiudiziale prevede in particolare un passaggio che ha fatto infuriare le comunità lgbt. ''La disposizione viola il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione con riferimento al canone della ragionevolezza in quanto l'inserimento tra le circostanze aggravanti comuni previste dall'articolo 61 del codice penale della circostanza di aver inerenti all'orientamento sessuale ricomprende qualunque orientamento ivi compresi incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia, masochismo ecc."
L'accostamento  è stato poco gradito.  ''Ci mettono insieme con i pedofili e i necrofili', denuncia Cristiana Alicata del Pd durante un'accesa manifestazione spontanea orgaizzata davanti alla Camera ieri sera. 

Meno semplice era prevedere che anche nel Pdl sarebbe nato un caso, frutto della divisione che si sta creando all’interno del partito tra i finiani e i fedelissimi di Berlusconi. A votare a favore sono stati Carmelo Briguglio, Giuseppe Calderisi, Benedetto Della Vedova, Chiara Moroni, Flavia Perina, Mario Pepe, Roberto Tortoli, Adolfo Urso e soprattutto Italo Bocchino che del Pdl è vicecapogruppo, e che in aula ha parlato a nome del gruppo votando però alla fine con l’opposizione provocando molta irritazione fra i compagni di partito, in particolare quelli che si erano schierati apertamente contro la proposta. 

Nel Pdl si sono registrate anche dieci astensioni tra cui quelle dei ministri Elio Vito e Gianfranco Rotondi e della presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno. «Il Pd non ha mantenuto i patti - afferma Beatrice Lorenzin - Avevamo raggiunto un accordo per cui, per rimediare ai vizi di costituzionalità della norma, si rinviava all'esame della commissione. Arrivando in tempi brevissimi a riportare il testo in aula. Violato il patto, anche noi abbiamo votato contro». 

Il riferimento è alla richiesta di due giorni fa del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna di tornare in commissione pe reliminare i problemi costituzionali e poi ripresentare il testo in aula. Ma Idv e Pd si sono dette contrarie. «Solo una richiesta dilatoria», commenta Federico Palomba dell’Idv. «Il rinvio significava farlo morire. Ce lo ha detto chiaramente la Lega. Non abbiamo voluto che l’affossamento avvenisse con la complicità del Pd», spiega Donatella Ferranti capogruppo del Pd in commissione Giustizia.
E quindi alla fine le maggioranze parlamentari si sono rimescolate e venti parlamentari del Pd e 23 del Pdl non hanno partecipato al voto sulla pregiudiziale. 

Alla fine Mara Carfagna, annuncia di volersi fare carico di riproporre al Parlamento una norma contro l’omofobia ''che preveda aggravanti per tutti i fattori discriminanti previsti dal Trattato di Lisbona, compresi quelli dell’età, della disabilità, dell’omosessualità e della transessualità».

(da LASTAMPA.IT )
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