| | | OFFLINE | Post: 25.888 | Città: MILANO | Età: 49 | Sesso: Maschile | |
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18/06/2009 10:36 | |
SALUTE: DISAGIO SESSUALE MASCHILE, UN UOMO SU TRE NE SOFFRE | (ASCA-NOEMATA) - Roma, 10 giu - Ne soffre un uomo su tre che si rivolge all'andrologo. E' il ''disagio sessuale'' maschile, un disturbo della sessualita' tutto al maschile su cui gli andrologi riuniti a Catania in occasione del XXV Congresso Nazionale della Societa' italiana di andrologia (Sia) stanno lavorando, a due anni dalla pubblicazione sul Journal of Sexual Medicine dello studio italiano che ne tracciava per la prima volta la definizione, per mettere a punto due nuovi studi scientifici per valutarne l'epidemiologia e il miglior approccio terapeutico. Il ''disagio sessuale'' e' una condizione di malessere psicologico e senso di inadeguatezza, a carattere non transitorio, tale da provocare una compromissione della salute. L'inadeguatezza puo' nascere da modificazioni fisiologiche o parafisiologiche della funzione sessuale maschile, ma anche da patologie e disfunzioni, e puo' anche evolvere in una disfunzione erettile: a soffrirne e' circa il 30% dei soggetti maschi che si rivolge all'andrologo per ragioni sessuali.
Non esistono, ad oggi, dati certi sulla diffusione di questa patologia e, proprio per conoscerne meglio le caratteristiche, nei prossimi mesi la Societa' italiana di andrologia attivera' due nuovi studi scientifici il cui obiettivo e' realizzare una rilevazione epidemiologica del disagio sessuale (quanti uomini ne sono affetti in Italia) e definire le linee giuda per un intervento terapeutico efficace. ''Il disagio sessuale e' una patologia ampiamente diffusa e per la quale fino a 2 anni fa non esistevano ne' la definizione ne' le indicazioni su come identificarla e curarla - spiega Edoardo Pescatori, Responsabile dell'Unita' Operativa di Andrologia dell'Hesperia Hospital di Modena -.
Non esistono ad oggi dati certi che ci permettano di identificare la portata del disturbo e, soprattutto, non ci sono esperienze scientificamente validate che permettono di identificare il migliore approccio terapeutico. Questi due studi rappresentano un ulteriore passo in avanti verso la definizione dei migliori strumenti da mettere a disposizione degli specialisti per rispondere nel migliore dei modi alle richieste sempre numerose dei pazienti che all'andrologo chiedono aiuto''. red/cam7bra (da ASCA.IT ) |
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