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Amazon contro la letteratura gay?

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2009 10:52
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23/04/2009 10:52

«AMAZON OSCURA I LIBRI GAY DAL SITO»

Mark Probst non ritrovava più il suo libro nelle classifiche in rete. Poi scopre che anche Woolf e Vidal erano scomparsi. Non per caso.

di Ferdinando Cotugno

Edward Morgan Forster, Virginia Woolf, Gore Vidal, Jeanette Winterson, addirittura l'attrice Ellen DeGeneres con la sua autobiografia. Sono alcuni degli autori scivolati fuori dai tool di ricerca del più grande libraio online del mondo, Amazon. Centinaia di titoli di autori omosessuali, o attinenti a tematiche gay & lesbian sono stati oscurati dal sito, privati della pubblicazione dei riscontri di vendita. Quasi una forma di imbarazzo nei confronti degli acquisti effettuati dai propri stessi utenti. Ma soprattutto un handicap grave in un sito nel quale l'utente spesso arriva senza sapere cosa comprare, muovendosi di pagina in pagina, utilizzando strumenti come "libri consigliati" o le classifiche di vendita per genere, tematica o editore per scegliere cosa comprare o regalare. Il "sale rank" su ogni pagina di e-commerce è uno degli strumenti più affidabili per stabilire il valore sociale di un oggetto.

Certo, è difficile pensare che Orlando della Woolf o Maurice di Forster abbiano davvero bisogno di questi meccanismi per arrivare ai propri lettori. Il primo a notare la "nuova politica" di Amazon è stato infatti il molto meno noto Mark R. Probst, programmatore informatico dello stato di Washington, nonché scrittore dilettante a tempo perso. Probst ha scoperto che il suo primo (e finora unico) romanzo The Filly (una storia d'amore tra cowboy stile Brokeback Mountain), era stato privato delle classifiche di vendita da Amazon. Dopo qualche ricerca, Probst ha in poco tempo realizzato di non essere il solo autore gay oscurato, ma di essere anzi, per la prima volta nella sua carriera di scrittore, in un'elite letteraria, nella quale c'è anche Storie del Wyoming di quella Anne Proulx alla quale si era ampiamente ispirato per il suo esordio.

Probst ha protestato contro i gestori del sito, e parallelamente fatto partire un'efficace campagna online che, usando il servizio di microblogging Twitter, ha rintuzzato tutte le "veline" ufficiali di Amazon. Twitter è un social network ridotto ai minimi termini, una concatenazione di frasi da 140 caratteri, poco adatto a qualunque tipo di ragionamento ma molto rapido nel diffondere informazioni elementari ed eventualmente sottoporle ad analisi incrociata da parte dei propri contatti.

La prima risposta ricevuta da Probst chiamava in causa una generica politica contro i titoli per adulti. Una scusa che non ha passato il vaglio della rete. Come mai alcuni classici e le innocue memorie di DeGeneres, dichiaratamente lesbica, sono finiti all'indice, mentre Playboy: The Complete Centerfold (antologia di immagini tratte dalla rivista erotica) o l'autobiografia dell'attore porno (etero) Ron Jeremy rimangono facilmente rintracciabili sul sito? Nel giro di poche ore, le direttive di Amazon si sono rivelate a senso unico: tutti i titoli "gay" erano finiti nel calderone del genere per adulti, a prescindere dalla tematica, mentre molti libri autenticamente erotici o pornografici, ma "eterosessuali", erano rimasti fuori dalla categoria. Tra i volumi etichettati come porno c'è anche Heather has two mommies, un libro scritto per spiegare ai bambini cos'è l'omosessualità.

Pochi ormai si trattengono dall'usare la parola omofobia nei confronti del gigante dei libri online di Seattle. Il passo falso ha cancellato qualunque apertura passata - come l'aver nominato The Northern Clemency dello scrittore gay Philip Hensher "libro dell'anno" - e ha fatto emergere altri imbarazzanti bug. Il primo risultato del motore di ricerca interno al sito per la parola "omosessualità", ad esempio, è un saggio su come prevenirla e curarla. Un mix di leggerezze e incomprensioni che ha attirato su Amazon le ire di Internet. Il passo successivo alla pubblicizzazione dell'affronto è stato scatenare tutte le armi della protesta online. Nell'ordine: petizioni, minacce di boicottaggio, ordini cancellati, account chiusi. Per esagerare c'è chi ha addirittura promesso di vendere in blocco i propri pacchetti azionari della società, quotata sul mercato del Nasdaq.

Insomma, lo sconosciuto Mark R. Probst, dal suo blog, ha creato abbastanza caos da turbare la serenità pasquale dei dirigenti di Amazon, che hanno infine addossato tutta la colpa a un banale "inconveniente tecnico", promettendo di "risolvere il problema al più presto", senza fornire nessun'altra spiegazione. Il bug sarà presto rimosso: è facile rimediare in tempo breve a un "guasto" nel sistema. Più difficile sarà, per Amazon, arginare l'ondata di cattiva pubblicità da cui è stata investito in questo weekend di Pasqua, propagata da un social network veloce e istintivo come Twitter. Il primo bug omofobo della storia potrebbe costare piuttosto caro ad Amazon.

(da GAYNEWS.IT )
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