"SEX OLYMPIC CITY", L'ULTIMA NOTTE NEL VILLAGGIO
Il villaggio olimpico di Pechino non e' quell'oasi di pace, tranquillita' nella quale gli atleti si preparano a una gara e recuperano le forze dopo una sfida. Non e' cosi'. A leggere quel che scrive Matthew Syed, ex atleta e oggi commentatore sportivo del Guardian, nel villaggio scorre a fiumi la libido sessuale. Syed fa tesoro, nell'immaginare corpi muscolosi e tonici che si cercano in continuazione, della sua esperienza ai Giochi di Barcellona: "Li', nel 1992, ho fatto piu' abbordaggi in due settimane che per tutto il resto della mia vita". Tanto sport quanto sesso, a Barcellona. "C'erano assistenti splendide, in maglietta gialla e gonna nera...e c'erano atlete da tutto il mondo: muscolose, virili, corpi tonici, atletici, che trasudavano estrogeni". Uno scenario da lussuria, lo stesso di Sidney nel 2000, dove un'atleta australiana disse a Syed: "E' incredibile, uno volta finite le gare diventano tutti pazzi. E' un mondo dentro il mondo". In particolare, per i nuotatori e le nuotatrici: "Hanno finito prima di tutti -ammise uno di loro- ed e' stata come un'eruzione". A Seul, nel 1988, sulla terrazza dell'edificio degli atleti inglesi i commessi delle pulizie si trovarono davanti al mattino un tappeto di preservativi (usati), tanto che il Comitato Olimpico britannico si senti' in obbligo di proibire il sesso all'aperto. I cinesi, pur noti per rigore e moralismo, si sono dimostrati piu' realisti e distribuito preservativi gratis a tutto spiano.
Insomma, libido e sport vanno a braccetto. Sono come i "fratelli nitro e glicerina", direbbero i Blues Brothers, un mix destinato a esplodere ogni quattro anni. Saranno i corpi lucidi e di una perfezione classica, quasi un'opera di Fidia; sara' la lontananza da casa che abbatte ogni inibizione ipocrita; sara' la quantita' di sperma che, secondo studi accurati, raddoppia quando il maschio e' lontano dalla propria compagna abituale (da 389 milioni di spermatozoi a 712 milioni per eiaculazione). O, semplicemente, e' il testosterone che aumenta con l'attivita' atletica. Syed racconta che le ginnaste della Germania dell'est producevano circa 30 milligrammi di steroidi androgeni al giorno -quando una teenager ne produce in media mezzo milligrammo al giorno- perche' il governo comunista le voleva dopate. Il risultato, oltre alla loro potenza dominatrice nelle gare, era un impazzimento sessuale che faceva la felicita' dei colleghi maschi. Oltre le ideologie. Il doping, oggi, e' severamente proibito e punito. Ma si avvicina l'ultima notte, nel villaggio olimpico. Cosa accadra'? (AGI) - Pechino, 23 ago. -
(da
AGI.IT )
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