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LA GIORNATA DI ANTONIO DI PIETRO

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2008 09:36
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Sesso: Maschile
09/07/2008 09:36

di Alessandro Corneli

Antonio Di Pietro ha detto la sua, ieri pomeriggio, a Piazza Navona. Beppe Grillo ha attaccato anche il presidente Napoletano, e anche il Pd è insorto.

Sul palco compariva un lungo manifesto verticale in cui era riportato l'articolo 3 della Costituzione, quello in cui si dice che “tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge”. Un articolo che Di Pietro sembra avere riscoperto perché lo interpretò in modo elastico nei giorni ruggenti di Mani pulite.

Ieri ha sostenuto che il Lodo Alfano, che sospende i processi per le più alte cariche dello Stato fino alla fine del loro mandato, !sospende i procedimenti giudiziari, ma non impedisce l'arresto dei vertici dello Stato!. Lo ha detto in sede di seduta congiunta delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali dedicata all'esame del lodo Alfano. Spiegando: “Questo provvedimento contiene tre abnormità: la prima è che vengono sospesi i processi per tutti i reati 'extrafunzionali' come l'omicidio, violenza carnale o rapina ecc ecc. Ma se si commettono questi reati, nel caso di impazzimento di uno dei vertici dello Stato si può essere arrestati, ma non processati. La seconda abnormità, infatti, prevede che ci sia la sospensione dei processi, ma questi, tecnicamente, cominciano solo con il rinvio a giudizio dell'imputato. Pertanto non possono essere sospese in alcun modo le indagini preliminari durante le quali si può comunque predisporre l'arresto del reo. Così si arriva all'assurdo che il presidente del Consiglio, ad esempio, potrebbe essere arrestato, ma non processato, consentendogli così di continuare ad esercitare il proprio mandato magari da San Vittore o da Regina Coeli. La terza abonormità è che nel caso si determini il reato di peculato si potrebbe creare il paradosso che il presidente del Consiglio citi il presidente del Consiglio per ottenere il risarcimento del danno”.

Prima della manifestazione, Dio Pietro aveva accusato Berlusconi di sequestrare “il Parlamento a scopo di estorsione. Lui dice se volete fare le leggi che servono al Paese, prima approvate la mia legge altrimenti non potete farle. Il riscatto a questo sequestro si chiamo Lodo Alfano che prevede che davanti alla legge tutti sono uguali, tranne Berlusconi”.

Contrariamente a quello che si era delineato due giorni fa, ieri è di nuovo scoppiata la polemica tra Pd e maggioranza sulla giustizia. Veltroni ha attaccato Fini, che ha risposto. Eppure il Lodo Alfano marcia veloce verso l’approvazione. Dopo si vedrà. Ma è probabile che Berlusconi oggi non faccia più alcun affidamento su Veltroni. E probabilmente gradisce il fermo “sì” al lodo annunciato da Casini.

(tratto da GRRG.IT del 09/07/08)
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