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BERLUSCONI RISPONDE DURO

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2008 13:04
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21/06/2008 13:04

di Alessandro Corneli

Se l’aspettava Berlusconi questo attacco a tutto campo di Veltroni? Forse no, e allora ha reagito d’istinto e con forza, aprendo un fronte finora rimasto tabù: “Veltroni si preoccupi delle notizie terrificanti sui conti di Roma che vanno sotto la sua responsabilità. Su questo chiederemo ad un istituto internazionale una completa due diligence. Se sono confermate le notizie si tratterà di una bancarotta e gli amministratori di Roma saranno dei falliti che non potranno continuare a governare”.

Da Milano, però, il presidente della decima sezione penale del Tribunale di Milano, Nicoletta Gandus, a cui era indirizzata l'istanza di ricusazione del premier, è venuta la risposta che la presentazione dell'istanza di ricusazione non sospende l'istruttoria dibattimentale. Il processo è stato pertanto rinviato al 7 luglio quando saranno sentiti alcuni consulenti.
Anche in questo caso, Berlusconi ha risposto con durezza, annunciando per la prossima settimana una conferenza stampa nella quale denuncerà le “iniziative di pm e giudici che, infiltrandosi nel potere giudiziario, vogliono sovvertire la democrazia in Italia”. Questa è una cosa, precisa da Bruxelles, “che non permetterò”.

E’ la guerra aperta. Interviene l’Anm, Associazione nazionale magistrati: “Basta con gli insulti alla magistratura che sono un danno per la democrazia e il Paese. Il premier parla di pm sovversivi? Faccia i nomi, o si continua con invettive prive di aggancio con le vicende concrete”.

Non basta. A Berlusconi che aveva biasimato le dichiarazioni dei commissari della Ue, ha risposto il presidente della Commissione José Manuel Durao Barroso, affermando che la commissione “è una istituzione indipendente, non il segretariato degli Stati membri”.

Sembra lo scenario, interno e internazionale, del 2001. E questo sorprende un po’ poiché sembrava che, grazie anche all’atteggiamento del Quirinale, la situazione potesse restare sotto controllo. Ma adesso sia Veltroni sia Berlusconi sembrano volere uno scontro, anche per dividere con chiarezza i campi: di qua gli amici, di là i nemici. E’ evidente che il presidente Napoletano non potrà restare “super partes”. Dovrà scegliere, e forse i toni più accesi mirano a obbligarlo a scegliere.

Infatti, l’Anm ha chiesto di essere ricevuta dal capo dello Stato in qualità di “garante della legalità costituzionale” per esprimergli le preoccupazioni dei magistrati per gli attacchi del premier. Attacchi sui quali, lunedì prossimo, comincerà a discutere la Prima  Commissione del Csm, Consiglio superiore della magistratura, di cui Napolitano è presidente. E questo conferma come l’obiettivo dell’offensiva di Veltroni, che probabilmente pensa di essere seguito dal corpo dei magistrati, sia proprio quello di spostare l’asse del Quirinale.

(tratto da GRRG.IT del 21/06/08)

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