Consigli per gli acquisti...
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

I FANNULLONI E L’ITALIA FERMA AL 68

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2008 09:37
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 25.888
Città: MILANO
Età: 49
Sesso: Maschile
16/06/2008 09:37

di Alessandro Corneli

Luca Ricolfi, su LA Stampa di domenica, invita a dare una mano a Renato Brunetta, a cui fa auguri di successo, ma ricorda che, perché la sua battaglia possa essere vinta, occorrerebbe, come ha scritto Giulio Tremonti, “abrogare le conseguenze del ‘68”.

Anzitutto, quali cono queste “conseguenze”? Si riducono essenzialmente alla separazione tra potere e responsabilità o, meglio, alla sistematica non sindacabilità di qualsiasi esercizio del potere, che pertanto si è trasformato, nel relativo titolare, in un privilegio: come quello – tanto per fare un solo esempio – del docente di ruolo che non può essere cacciato, perché di ruolo, nonostante sia un fannullone o un impreparato. Nessuno può giudicarlo. Il fenomeno è particolarmente grave nella Pubblica amministrazione e si misura nell’entità del cosiddetto “spreco”: circa 80 miliardi di euro all’anno secondo le valutazioni più basse. E pensare che Brunetta spera di ridurlo di 10 miliardi in una decina di anni.

Il punto è un altro: l’Italia non è stata il solo Paese ad avere subito l’uragano del ’68. Anzi, lo hanno subito tutti i Paesi più sviluppati. Ma questi alla fine l’hanno superato. L’Italia no, è rimasta alla cultura del ’68: non meraviglia che gli estremi sociali si siano allontanati, con i più ricchi e privilegiati sempre più ricchi e privilegiati, e con i più poveri senza protezione sempre più poveri ed emarginati. E non meraviglia che ci sia stata l’immigrazione di massa e che sia particolarmente alta la fetta di quella clandestina.

Ricolfi enumera le eccezionali difficoltà contro cui andrà incontro Brunetta perché la difesa dei privilegi è sempre più efficace di chi agisce per ridurli in quanto suscita una coalizione difensiva.

Sanità, scuola, giustizia, previdenza sono i settori dove si concentra la maggiore quantità di sprechi, ma con differenze regionali molto forti, ma che riguardano un po’ tutto il Paese. Il Nord è senza dubbio più efficiente, ma le discariche abusive dove confluiscono rifiuti pericolosi in Piemonte e on Friuli, le truffe delle cliniche private alla Sanità pubblica, con l’aggravante di altri reati pesanti, a Milano; lo scandalo appalti a Perugia; la gestione rifiuti in Campania; i “non vedenti” pensionati che rinnovano la patente di guida in Calabria. Quasi ogni giorni c’è qualcosa che emerge e che coinvolge qualche settore della PA. E non parliamo dell’epidemia di morti bianche, resa possibile dalla sistematica distrazione delle amministrazioni locali che non vigilano.

Secondo i dati raccolti da Ricolfi, la spesa improduttiva si concentra per il 18% bella sanità, per il 25% nella scuola, per il 32% nell’assistenza e per il 35% nella giustizia civile. Poiché queste strutture sono diffuse in tutto il Paese, è chiaro che non esiste una zona “infetta” da isolare e bonificare concentrandovi le risorse.

Di fronte all’ampiezza del fenomeno, qualche licenziamento esemplare non smuoverà le cose. La reintroduzione degli esami di riparazione, nella scuola, non eleverà, di per sé, il livello di istruzione scolastica perché bocciare è facile, lo sanno fare anche i docenti mediocri che non è che bocciando eleveranno il livello del loro insegnamento.

I magistrati non potranno più fare esternazioni in relazioni alle inchieste di cui sono titolari. Bene: potranno esternare sulle indagini dei colleghi? Ma non è questo il punto. I giornali non potranno più pubblicare notizie che non verranno più fatte filtrare. Bene, ma questo non garantisce né la rapidità né l’efficienza della giustizia.

Il ’68 dura da quarant’anni, ed è frutto della politica gestita quasi senza interruzione dalla sinistra e dalle forze succubi della sinistra. Adesso il centrodestra sembra fare la voce grossa, ma rischia di far volare gli stracci. Evidentemente ci dispiace, ma non vediamo (ancora) provvedimenti che vanno alla radice del male, bensì provvedimenti che recidono qualche ramo. Si dirà: meglio un po’ di potatura che niente. Vero, ma in genere, dopo la potatura, la pianta ricresce più rigogliosa di prima. Ci sarebbero invece piante da sradicare e da sostituire alcune coltivazioni improduttive con altre produttive. Questo ancora non si fa. Anche perché la cultura dei privilegi si è diffusa in tutto il corpo sociale in modo trasversale.

(tratto da GRRG.IT del 16/06/08)
______________________________________________________________________________________________________________
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:44. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Se vi piace il nostro forum offriteci un caffè, l'offerta è libera. Grazie!